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“Diario del '71 e '72” e “Quaderno di quattro anni” di Montale: struttura delle opere

Satura (1971) segna nella produzione di Montale un netto cambiamento di stile: il poeta utilizza un linguaggio prosastico e colloquiale, si concentra su azioni del quotidiano, da cui prendono avvio riflessioni esistenziali, e su fatti di cronaca. Lo stesso accade nelle raccolte Diario del ‘71 e ‘72 (1973) e Quaderno di quattro anni (1977). A questo periodo risalgono numerose liriche, che però nella produzione letteraria di Montale incidono in maniera meno profonda rispetto a componimenti delle raccolte precedenti.


Diario del ‘71 e ‘72 presenta tematiche vicine a quelle di Satura, dato che vi si affrontano con pessimismo e in un linguaggio quotidiano le questioni di fondo tipiche di Montale: il senso dell’esistenza, l’assenza-presenza di Dio, la possibilità di felicità e i dubbi sulla propria identità poetica. Per Montale la realtà assume i tratti di una finzione, un’illusione pronta a crollare e, come afferma il critico Giulio Ferroni: “questa condizione di non esistenza dà vita a un modo assai originale di raccontare situazioni, di accennare a momenti della vita reale, trasformandoli in allucinazione, in un vuoto che si muove indipendentemente dalla volontà di chi vi partecipa”.
Inoltre sono presenti alcune poesie sulla società italiana contemporanea, come ne Il trionfo della spazzatura, in cui Montale riflette, tra le altre cose, sulla poesia e sulla parola poetica, considerata ormai come una merce: “le parole | preferiscono il sonno | nella bottiglia al ludibrio | di essere lette, vendute, | imbalsamate, ibernate”. Sugli stessi temi, società e mercificazione della poesia, si ricorda anche Lettera a Malvolio, componimento polemico nei confronti di Pasolini, che, all’uscita di Satura, aveva accusato Montale di non avere preso una posizione forte su questioni di politica contemporanea; il poeta, inoltre, si scaglia contro gli intellettuali che hanno tratto profitto dal boom economico.


In Quaderno di quattro anni il poeta riprende questi temi in una serie di poesie, non divise in sezioni. La prima poesia, L’educazione intellettuale ripercorre la storia letteraria e la formazione culturale del poeta, esprimendo il suo pessimismo esistenziale: “Un ragazzo col ciuffo si chiedeva | se l’uomo fosse un caso o un’intenzione, | se un lapsus o un trionfo..., ma di chi?”. L’apice di questo pessimismo è evidente nella poesia In negativo, in cui la vita appare basata sul nulla, e tutto ciò che l’uomo ha sempre inseguito e amato è il nulla: “Non c’è stato | nulla, assolutamente nulla dietro di noi, | e nulla abbiamo disperatamente amato più di quel nulla”.