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Immanuel Kant: biografia e filosofia

Immanuel Kant nasce il 22 aprile del 1724 nella città di Königsberg (l’attuale Kaliningrad), al tempo capitale del regno di Prussia Orientale, in un famiglia di modeste condizioni economiche ed assai numerosa. La prima formazione è fortemente condizionata dalla madre, Anna Regina, fervente seguace del movimento pietista: nel 1732, all’età di otto anni, Immanuel viene iscritto al collegio Federicianum, dove - grazie anche all’attivo sostegno economico della direzione della scuola - Kant approfondisce soprattutto gli studi di latino ed ebraico, trascurando inizialmente le scienze applicate. Se questo periodo verrà successivamente ricordato dal filosofo come cupo ed assai infelice, la svolta arriva nel 1740 (nel frattempo, tre anni prima è morta la madre), con l’iscrizione all’università Albertina di Königsberg, dove, sotto la guida di Martin Knutzen, professore di logica e metafisica, Kant scopre le scienze e, in particolar modo, il pensiero newtoniano (il grande scienziato inglese era morto nel 1727), che resterà per il filosofo un punto di riferimento anche per gli anni della maturità.

 

Terminati gli studi nel 1747, per fronteggiare le difficoltà economiche dovute alla morte del padre l’anno precedente, Immanuel si dedica alla professione di precettore privato, approfondendo nel frattempo i propri interessi e le proprie letture e pubblicando il primo lavoro (Pensieri sulla vera valutazione delle forze vive). Nel 1755, ottenuto il dottorato e la qualifica di magister fondamentale per l’abilitazione all’insegnamento, Kant arricchisce il suo bagaglio filosofico sia studiando i metafisici tedeschi e Rousseau, sia occupandosi di argomenti tecnico-scientifici: nel 1755 pubblica la Storia universale della natura e teoria del cielo e la Nuova spiegazione dei primi principi della conoscenza metafisica, l’anno successivi edita un saggio sui terremoti e una Monadologia fisica, seguiti da lavori sulla morale, la metafisica, l’estetica (Osservazioni sul sentimento del bello e del sublime, Ricerca sull’evidenza dei principi della teologia naturale e della morale,  entrambi del 1764; I sogni di un visionario chiariti con i sogni della metafisica, 1766). Nel 1770, questo lungo percorso di formazione viene coronato dall’ottenimento della cattedra universitaria di logica e metafisica a Königsberg, grazie alla Dissertazione intitolata La forma e i principi del mondo sensibile e intelligibile (in latino: De mundi sensibilis atque intelligibilis forma et principiis). È il punto d’avvio della fase centrale della riflessione kantiana, che porrà il filosofo al centro non solo del dibattito illuminista, ma ne farà anche un caposaldo dell’intera tradizione occidentale. Un lungo lavoro di studio e preparazione sfocia così nel 1781 nella prima edizione della Critica della ragion pura (Kritik der reinen Vernunft) dove Kant, affrontando la questione di un fondamento (e di un’analisi critica) del sapere umano, getta le basi, distinguendo tra “dottrina trascendentale degli elementi” e “dottrina trascendentale del metodo”, delle future riflessioni sulla validità delle nostre conoscenze oggettive e sul rapporto tra metafisica e scienze. La vita di Kant, da questo punto in poi, diviene quella dello studioso, che si dedica esclusivamente, con rigore metodico, all’elaborazione del proprio sistema di pensiero. Del 1783 sono i Prolegomeni a ogni futura metafisica che vorrà presentarsi come scienza, e dell’anno successivo l’Idea di una storia universale dal punto di vista cosmopolitico; sempre del 1784 è la Risposta alla domanda: ‘Che cos’è l’Illuminismo?’, e del 1785 la Fondazione della metafisica dei costumi.


Nel 1788 Kant pubblica la seconda opera maggiore (dopo aver curato la nuova edizione della Critica della ragion pura): la Critica della ragion pratica (Kritik der pratischen Vernunft) sviluppa, in accordo con il quadro teorico delle opere precedenti, la concezione kantiana della morale, secondo un’indagine critica dei fondamenti dell’agire umano. Nel 1790, la Critica del giudizio (Kritik der Urteilskraft) chiude il cerchio dei grandi lavori: questa volta il focus del ragionamento è il giudizio estetico, con asserzioni che anticipano le posizioni romantiche degli anni a venire. Nel 1793 il saggio kantiano sulla religione (La religione nei limiti della semplice ragione) suscita le reazioni ostili di Federico Guglielmo II, sovrano conservatore del Regno di Prussia, cui Kant si piega per spirito d’obbedienza ma senza rinnegare ciò che ha sostenuto nella sua opera. È l’ultimo passaggio significativo della vita di Immanuel Kant: abbandonato l'insegnamento nel 1796, per il progressivo indebolimento del fisico e della mente, il filosofo si spegne nell’amata Königsberg il 12 febbraio 1804.