Machiavelli, "Il Principe", capitolo 15: riassunto e analisi

"Il Principe" di Niccolò Machiavelli, la svolta del capitolo XV, a cura di Alessandro Mazzini.

A partire dal capitolo XV del trattato de "Il Principe" si affronta una svolta fondamentale. Il capitolo, infatti, vede l'inizio della parte più scandalosa e controversa dell'intera opera, in quanto si espongono le modalità di comportamento che il principe deve adottare se vuole conservare lo stato e il potere.
Machiavelli prende posizione contro la tradizione degli "specula principis" e introduce la distinzione tra verità intelletuale e immaginazione di essa. Lo scrittore dichiara di volersi distaccare dal modo di ragionare degli altri sulle virtù e i vizi del principe, nell'intento di scrivere una cosa utile e che abbia possibilità di realizzazione pratica.
La svolta si deve alla scoperta di Machiavelli nel 1494, anno di sconvolgimenti politici in Italia, che le virtù umanistiche del monarca non bastano a dominare la Storia. Occorre al principe, per mantenere il potere, saper essere buono o non buono secondo la necessità, cioè secondo lo specifico caso concreto. Quindi a partire dal capitolo XV e nei successivi si analizzano i vizi e le virtù opposti riguardanti il sovrano. Due sono i fattori fondamentali: le condizioni umane che non consentono di osservare sempre la morale quando bisogna salvare lo stato, e una differenza di prospettive per cui ciò che è buona moralmente può essere dannoso politicamente e viceversa.
Machiavelli non giudica mai l'azione immorale superiore a quella morale. Egli è consapevole del conflitto tra piano morale e piano politico, ma nessuno dei due è superiore all'altro, mantenendo quindi sempre la loro drammatica conflittualità. Machiavelli conclude che se è possibile bisogna evitare il male, ma se il male è inevitabile bisogna fare attenzione a non incorrere nell'odio dei sudditi.

Alessandro Mazzini è professore di Greco e Latino presso il Liceo Classico Manzoni. Si è laureato in Letteratura Greca con il professore Dario Del Corno presso L'Università degli Studi di Milano. Ha collaborato con riviste di divulgazione culturale e ha insegnato per 10 anni Lingua e Letteratura Italiana e Lingua e Letteratura Greca presso il Liceo della Scuola Svizzera di Milano. Dal 2001 è ordinario di Italiano e Latino nei Licei e dal 2003 ordinario di Greco e Latino al Liceo Classico.