Giusnaturalismo

Definizione

Dottrina filosofica (dalla locuzione latina ius naturale, “diritto naturale”) che si riferisce all’esistenza di norme di diritto naturale anteriori a quelle storiche instaurate dalla comunità umana.

Il giusnaturalismo si afferma nel corso del XVI secolo con Johannnes Althusius (1563-1638), Grozio (1583-1645) e il suo De jure belli ac pacis (1625) e Samuel Prudendorf (1632-1694). Altri importanti esponenti del filone giusnaturalista - pur con importanti differenze tra loro - sono Thomas Hobbes (Il Leviatano, 1651) e John Locke (Saggio sulla legge di natura, 1664), Baruch Spinoza, Jean-Jacques Rousseau e il Contratto sociale (1762).  e Immanuel Kant (Metafisica dei costumi, 1794).

Spiegazione

Il giusnaturalismo si basa sull’idea di uno stato di natura originale e anteriore all’organizzazione sociale; questo stato di natura è ipotizzato per via razionale come la base comune a tutte le comunità umane prima dell’elaborazione artificiale delle leggi. In generale, lo stato di natura è considerato una condizione di vita associata in cui gli uomini già possiedono alcuni diritti fondamentali (alla vita, alla proprietà privata o alla libertà, ad esempio), che non sono tuttavia garantiti da alcuna autorità.

È quindi necessario stipulare un patto sociale, che organizzi e regoli la vita di tutti i cittadini in un’entità statale. Sulla natura e le implicazioni filosofico-politiche di tale patto, i diversi giusnaturalisti presentano punti di vista assai differenti; centrale è comunque l’idea che alla base creazione artificiale dello Stato e delle sue leggi ci sia sempre il consenso dei singoli e la razionalità della legge naturale, che deve ispirare l’attività legislativa dei governanti.