D'Annunzio e politica

D'Annunzio è il poeta dell'Apparire più che dell'Essere. Crea una figura energica, forte, sicura di sè sulla quale basa la propria esistenza pubblica. Ma fino a che punto il suo interventismo e la sua politica fascista possono esser considerati meri strumenti di propaganda di se stesso?


il 27 Febbraio 2015, da Riccardo Palliggiano

luca ghirimoldi il 03 Marzo 2015 ha risposto:

Ciao Riccardo, grazie per la domanda; credo - ma è un’opinione personale, quindi prendila con il beneficio del dubbio - che in D’Annunzio l’aspetto pubblico e le convinzioni artistiche convivano insieme, e che anzi il più rilevante elemento di modernità del poeta sia la consapevolezza dell’inestricabilità del rapporto tra pubblico e privato, tra opera e autore. Ovviamente D’Annunzio saprà cavalcare benissimo questa dicotomia: basti pensare all’impresa di Fiume, alla composizione del “Notturno” o alle mille allusioni biografiche - alcune palesissime - ne “Il Piacere” o ne “Il fuoco”. Insomma, credo che l’interventismo, l’adesione al fascismo (anche se il rapporto del poeta con il fascismo e Mussolini è assai complesso) e in generale tutto il D’Annunzio dell’apparire siano soprattutto espressioni diverse della sua personalità artistica. Forse l’hai già visto, ma qui (https://library.weschool.com/corso/d-annunzio-biografia-poesie-il-piacere-alcione-il-notturno-5771.html) trovi il nostro corso completo! Un saluto e buona giornata! :)