filosofia - Essenza del cristianesimo Feuerbach ediz. feltrinelli , traduz camilla cometti.
nel cap.XVI il mistero di Cristo o del dio personale Feuaerbach cita l'IO fichtiano dicendo:"..è apatico, perchè il suo il suo accusativo è uguale al nominativo. Sinceramente non ho capito il confronto con l'argomento del capitolo. Riccardo Persano
il 31 Luglio 2015, da Riccardo Persano
Buongiorno Riccardo, per rispondere alla sua domanda avrei bisogno di qualche elemento in più, può essere più specifico circa il contenuto del capitolo e il parallelismo con l'Io fichtiano operato da Feuerbach?
Stiamo parlando di Feuerbach. Nella sua opera "l'essenza del cristianesimo" al cap XVI intitotalo " Il mistero di Cristo o del dio personale, alcune righe dopo l'inizio del capitolo afferma: "....il sentimento è il caso obliquus dell'io, è l'io all'accusativo. L'io fichtiano è apatico, perchè il suo accusativo è uguale al nominativo,perchè è un indeclinabile. ma il sentimento è l'io determinato da se stesso, ma da se stesso considerato come un altro essere: è non l'io agente, ma l'io paziente. Il sentimento fa si che ciò che nell'uomo è attivo, si trasformi in passivo e ciò che è passivo in un attivo. Per il sentimento il pensante è il pensato è il pensato è il pensante" In tutti i capitoli dell'opera F. riduce la metafisica del cristianesimo ad antropologia e la mia prima interpretazione è stata quella di vedere l'io fichtiano (la ragione) nel tentativo di portare a se il non io (la natura), ma non riesco a trovare un parallelismo con la tesi di Feuerbach. Se non le bastano queste righe l'unica possibilità è fare una scansione di tutto il capitolo perchè non esiste una ediz. digitale dell'opera. Grazie, Riccardo " - Riccardo Persano 03 Agosto 2015
Ho risposto alla richiesta di Matilde quarti, ma non so come spedirla. Riccardo Persano
Buongiorno Riccardo, la ringrazio per avermi dato coordinate più precise. In realtà Feuerbach va a colpire un punto importante della filosofia fichtiana, infatti in questa l'autointuizione dell'io viene posta come punto di partenza del discorso sulla coscienza. Ma questa autointuizione implica una conseguenza importante: l'io, infatti, si autointuisce e autopone con il risultato che pensato e pensante coincidano e, quindi, coincidano soggetto e oggetto. Feuerbach, che pur si rifà all'opera di Fichte in particolar modo per quanto riguarda la valorizzazione dell'istinto e della passione, nell'Essenza della religione riflette su come il sentimento dell'infinito espresso da questa esprima in primis l'essenza umana. L'io, secondo Feuerbach, cerca la salvezza in altro da sé, compiendo un'oggettivazione delle proprie necessità, la proiezione delle qualità degli uomini e, quindi l'oggettivazione della loro essenza. A ben vedere, allora, questa oggettivizzazione è differente da quella dell'Io fichtiano, definita da Feuerbach apatica, che risulta priva di un reale movimento in quanto, appunto, indeclinabile. Questa prospettiva non è però inconciliabile da quello che lei ha notato, Feuerbach infatti percepisce sì la religione in una dimensione antropologica, ma si tratta di un'antropologia capovolta proprio in quanto la divinità si configura come una proiezione della coscienza umana. Mi dispiace di averle risposto con qualche giorno di ritardo, il lavoro è sempre tanto e facciamo il possibile per offrire ai nostri utenti il miglior servizio gratuito possibile! Le mando un saluto
Grazie per la risposta che finalmente mi chiarisce il punto. Ho cercato sul sito se ci fosse un corso su Feuerbach o su una sua opera. Purtroppo niente. Proseguo la ricerca anche se questo autore mi interessa molto. Grazie ancora Riccardo - Riccardo Persano 07 Agosto 2015