Hume e la morale
Cosa significa ,nella morale di Hume, che ragione e sentimento devono collaborare?
il 13 Giugno 2014, da Giusi Ascione
Hume innanzitutto, nel campo della morale, parte dal presupposto che le valutazioni morali dipendano dalla "ragione" o dal "sentimento". Secondo lui, dal sentimento nascono le inclinazioni al bene, mentre la ragione esprime giudizi di approvazione o disapprovazione riguardo ai problemi che nascono nella vita morale o ad azioni che compiamo. Tuttavia, egli attribuisce maggiore importanza al sentimento, affermando che l'uomo è dotato di una capacità che gli fa percepire una azione come preferibile ad un'altra: si nota dunque che la ragione non può controllare le passioni. Essa può solo l'irragionevolezza di un impulso. E' chiaro dunque che la valutazione morale non risiede nella sfera razionale. Nodali sono gli elementi che vengono a costituire il merito personale, ossia quelle caratteristiche che rendono l'uomo - come spiega Abbagnano - degno di stima o di disprezzo: il problema morale diventa questione di fatto. E' fondamentale, dunque, l'utilità per la vita sociale delle qualità morali dei soggetti: per Hume bene è ciò che va a favore di tutti, male ciò che danneggia la società. C'è, infatti, un sentimento di simpatia, inteso come interesse per l'umanità (d'altronde simpatia deriva dal greco "sympatheia" e indica "il patire insieme", il "condividere l'emozione" il "provare l'emozione con qualcuno") Se avessi ulteriori dubbi, non esitare a chiedere!
Ciao Giusi, vedo che Simone ti ha già risposto diffusamente, ma se può interessarti abbiamo appena pubblicato una lezione proprio su Hume: https://library.weschool.com/lezione/david-hume-riassunto-scetticismo-trattato-sulla-natura-umana-filosofia-10845.html Un saluto!