Il tema della Provvidenza
Non ho capito bene perché la descrizione della vigna ha a che fare con la Provvidenza. Domani ho una verifica e mi sarebbe utile saperlo, grazie!
il 27 Maggio 2014, da Gabriele Torregrossa
Ciao Gabriele, provo a rispondere alla tua domanda: la vigna nel capitolo XXXIII dei “Promessi sposi” è generalmente considerata un’allegoria della visione del mondo di Manzoni, e in particolare del rapporto - mai pacifico e sereno, ma sempre problematico e complesso - tra le vicende umane (e quindi la Storia) e la Provvidenza (e quindi il disegno e la volontà di Dio). Consideriamo innanzitutto il punto della vicenda in cui ci troviamo, che è assai drammatico: il narratore ha appena descritto lo sfacelo cittadino della peste, in quelli che sono i capitoli più tragici e cupi del romanzo; nella prima parte di questo capitolo ha raffigurato l’insorgere della malattia in Don Rodrigo, la sua notte infernale e, infine, il tradimento del Gruso che consegna il padrone ai monatti. Il ritorno di Renzo verso casa si apre insomma sotto segnali nefasti, cui si aggiungono gli incontri con Tonio e don Abbondio e le notizie su tutti quelli che non sono sopravvissuti alla pestilenza (“cominciando da Perpetua, nominò una filastrocca di persone e famiglie intere”). Insomma, di fronte alla vigna sembra che si siano perse tutte le speranze; in questo senso la descrizione di questo spazio è quella di un mondo caotico e in preda ad eventi apparentemente senza senso (un po’ come la Milano attraversata solo dai monatti...). Manzoni quindi descrive la vigna come uno spazio in cui una natura selvaggia ha preso il sopravvento sull’ordine creato col lavoro e la fatica dall’uomo (“Viti, gelsi, frutti d’ogni sorte, tutto era stato strappato alla peggio, o tagliato al piede. Si vedevano però ancora i vestigi dell’antica coltura: giovani tralci, in righe spezzate, ma che pure segnavano la traccia de’ filari desolati; qua e là, rimessiticci o getti di gelsi, di fichi, di peschi, di ciliegi, di susini; ma anche questo si vedeva sparso, soffogato, in mezzo a una nuova, varia e fitta generazione, nata e cresciuta senza l’aiuto della man dell’uomo. Era una marmaglia d’ortiche, di felci, di logli, di gramigne, di farinelli, d’avene salvatiche, d’amaranti verdi, di radicchielle, d’acetoselle, di panicastrelle e d’altrettali piante; di quelle, voglio dire, di cui il contadino d’ogni paese ha fatto una gran classe a modo suo, denominandole erbacce, o qualcosa di simile. Era un guazzabuglio di steli, che facevano a soverchiarsi l’uno con l’altro nell’aria, o a passarsi avanti, strisciando sul terreno, a rubarsi in somma il posto per ogni verso; una confusione di foglie, di fiori, di frutti, di cento colori, di cento forme, di cento grandezze: spighette, pannocchiette, ciocche, mazzetti, capolini bianchi, rossi, gialli, azzurri”). Come vedi dalla citazione è una descrizione espressionistica, in cui Manzoni usa accumulazioni, elenchi, deformazioni lessicali e termini tecnici della botanica per suggerirti l’impressione della confusione del disordine. Il caos - che per Manzoni è sempre stato una fonte di panico e di terrore, e che può essere paragonato al disordine dell’assalto ai forni e alla casa del vicario - è così il simbolo dell’apparente assenza di un intervento di Dio e della Provvidenza a favore degli uomini (e ovviamente questo per uno scrittore profondamente credente è un vero tormento). In realtà, l’episodio della vigna si presta ad una lettura più elaborata: da un lato, c’è sicuramente questa lettura pessimistica; dall’altro, la stessa ansia con cui Manzoni descrive il disordine è di per sé un tentativo di controllare e dare una forma al caos, di provare a nominarlo. In più, questo passaggio ci fa capire che in Manzoni la Provvidenza non è mai superficiale e semplicistica (come si vede anche nell’assenza del “lieto fine”); l’assenza di manifestazioni di Dio nel mondo implica che il vero credente rilanci sempre la propria fede nel futuro, senza arrendersi ai segnali evidenti del male. Scusa per la chilometrica risposta, spero di aver chiarito un po’ i tuoi dubbi... e in bocca al lupo per la verifica! :)
Wow complimenti per la risposta, grazie! :D - Gabriele Torregrossa 27 Maggio 2014