Introduzione de "I promessi sposi"
Di recente sto affrontando la lettura de il "Fermo e Lucia" e mi ritrovo un attimo perplesso. Ho da un lato l'introduzione del Manzoni del "Fermo e Lucia" (la seconda, rifatta da ultimo) e dall'altro quella de "I promessi sposi": entrambe hanno nella prima parte la presunta citazione delle carte seicentesche. Mi chiedo, se veramente avesse voluto ingannare il pubblico circa le origine della storia, non avrebbe avuto senso mantenere inalterati quei primi paragrafi? in fondo, come ci dice il Manzoni, sarebbero la fedele trascrizione di un'opera che egli si trova sotto mano. In un qualche modo, non si tradisce?
il 19 Luglio 2016, da Luca Bonassi
Ciao Luca, Manzoni non ha mai voluto davvero "ingannare" i suoi lettori (come, per esempio, Defoe con il "Robinson Crusoe"): quello del manoscritto ritrovato è un trucco escogitato dall'autore per polemizzare con una tradizione che vedeva in cattiva luce il genere prescelto, quindi il romanzo (che è infatti Manzoni ad introdurre in Italia nella sua forma moderna), a maggior ragione considerando che i protagonisti scelti da Manzoni non sono cavalieri o personaggi di spessore, ma dei poveri contadini senza troppo ingegno. Da questo punto di vista allora, focalizzare l'introduzione maggiormente sull'aspetto della polemica e della finzione letteraria o su quello della riflessione sulla lingua, non è così rilevante quanto potrebbe sembrare: di volta in volta Manzoni pone l'accento sulle caratteristiche dell'opera che ritiene di maggior rilevanza ma questo non va ad inficiare né l'escamotage del manoscritto ritrovato, né la chiara finzione di questo. Ciao!