LETTERATURA
quale figure retoriche compaiono nell'Illiade ?
il 10 Febbraio 2015, da Andrea Camerotto
Ciao Andrea, le figure retoriche dell’Iliade sono sicuramente tantissime: è un’opera in ventiquattro libri di quasi 16mila versi! :) Ti interessava qualche brano specifico? Se ti serve, nella nostra sezione di Epica abbiamo un corso sull’Iliade (https://library.weschool.com/corso/epica-classica-riassunto-iliade-trama-achille-ettore-ulisse-guerra-di-troia-7413.html) e lezioni sull’Odissea. Per qualsiasi altro dubbio, chiedi pure. Un saluto e buona giornata!
Mi interessava sapere quelle principali, ad esempio i patronimi, le allitterazioni e gli epiteti. Tu ritieni opportuno venire a conoscenza di altre figure retoriche principali ? Se si, mi potresti elencare i nomi e darmi una breve spiegazione. Ciao e grazie in anticipo. - Andrea Camerotto 12 Febbraio 2015
Ciao Andrea, diciamo che, come per ogni testo letterario, conoscere le figure retoriche è importante perché ti aiuta a capire come ha lavorato l’autore e che scelte stilistiche ha adottato per comunicare ciò che avere da dire. In poche parole, l’analisi stilistica (di cui fa parte lo studio delle figure retoriche) ti aiuta a capire perché un autore in un suo testo ha detto determinate cose in un determinato modo! Oltre a quelle che indichi tu, è opportuno conoscerne altre in base al brano che stai analizzando; in ogni caso, ti segnalo qui il nostro Glossario (https://library.weschool.com/definizioni) dove potrai sicuramente trovare molte altre figure retoriche, non solo per l’Iliade! Per le tre voci che citi, ti faccio un riassunto breve, provando a contestualizzarle nel poema epico che stai studiando. Il patronimico, più che una figura retorica, è un nome (a metà strada tra il nome vero e proprio e il cognome di una persona) che indica la sua discendenza per via paterna. Ad esempio, Agamennone è l’Atride (ovvero figlio di Atreo) e Achille è il Pelide (figlio di Peleo). Nei poemi epici, il patronimico serve sia per indicare la nobile discendenza degli eroi greci (presentandoli dunque come gli esponenti migliori della classe e dell’ideologica aristocratica e guerriera) sia per facilitare la memorizzazione dell’aedo e il riconoscimento dell’eroe da parte del pubblico (Achille sarà sempre “il Pelide”, per l’appunto). L’allitterazione (guarda anche qui: https://library.weschool.com/definizione/allitterazione.html) è la ripetizione a breve distanza nel verso di un medesimo suono consonantico; nel poema epico serve per creare un effetto fonico e ritmico, che sottolinea un particolare momento della narrazione (o aiuta la memorizzazione del testo, in un periodo storico in cui le opere letterarie hanno circolazione orale e non scritta). L’epiteto (https://library.weschool.com/definizione/epiteto.html) è una tecnica specifica dei poemi epici: si tratta solitamente di un aggettivo o di un’espressione che si applica come un’etichetta ad un personaggio, caratterizzandolo per una sua qualità fondamentale. Ad esempio, Achille nell’Iliade è “pié veloce” oppure Enea nell’Eneide è “pio”. Anche l’epiteto aiuta la memorizzazione, la recitazione del testo e la riconoscibilità da parte degli ascoltatori degli eroi cantati dall’aedo. Grazie a te per la domanda, un saluto e buona giornata! :)