Mario Luzi
Vorrei mi fosse spiegata la poetica di Mario Luzi. In particolare la svolta metafisica e la figura del viandante nella sua poesia. Sarebbe un sogno poter ascoltare in particolare una lezione di Andrea Cortellessa su Luzi. Spero sia possibile. Vi ringrazio anticipatamente e complimenti vivissimi per il sito!
il 16 Luglio 2015, da Viola Russo
Ciao Viola, per quanto riguarda Mario Luzi puoi fare innanzitutto riferimento a questa lezione sull’Ermetismo ( https://library.weschool.com/lezione/poeti-ermetici-luzi-gatto-quasimodo-bo-6869.html) e a questa ( https://library.weschool.com/lezione/poeti-ermetici-mario-luzi-biografia-6894.html) che presenta la vita e le opere principali dell’autore. Ci piacerebbe molto avere una videolezione di Cortellessa sull’argomento! Per aggiungere qualche dato sulla poetica di Luzi, secondo me è da tenere sicuramente in considerazione la forte impostazione morale che l’autore dà alla sua poesia. Di fronte alla crisi storica ed etica acutamente percepita dai poeti della sua generazione (e, più in generale, in buona parte del Novecento), la posizione di Luzi è quella di intendere la poesia come uno strumento - anzi, come lo strumento - che può ricucire lo strappo gnoseologico ed ontologico tra l’uomo e la realtà. La poesia, attraverso la parola, prova a sanare questa frattura proprio attraverso la parola, che al tempo stesso problematizza e semplifica la realtà (ed è qui che trova la sua funzione propriamente morale per Luzi); si tratta di una costante della poesia di Luzi, che in tal senso - nonostante uno stile sempre colto ed “alto” - si vuole presentare come operazione anti-intellettualistica, di “riscoperta” della vita reale, che diventa il termine di confronto di ogni posizione etica, estetica e metafisica. Luzi individua in Cristo (senza specifiche connotazioni fideistiche, il portatore di questo messaggio e in Dante il poeta che nella tradizione letteraria ha interpretato meglio il senso di questa “immedesimazione con l’oggetto del pensiero [...] che non lascia intervallo tra il poeta e la cosa” (si tratta di un’affermazione di Luzi stesso nel suo saggio “Dante, scienza e innocenza”). Ovviamente, la ricerca della verità e l’adesione al mondo non sono sempre facili ed immediate, ed anzi si scontrano con una realtà storica attraversata da dolori, guerre e sofferenze. Qui è la figura del viandante (o, più generalmente, la metafora del viaggio) ad acquisire importanza nella poetica di Luzi, come in testi quali “Ritorno” (1942) nella raccolta “Un brindisi” (1946) dove si dice: “Sotto più grave cielo ritorniamo | non diversi da allora | a guardare fra i grappoli le statue | e le navi del nord illuminato | vaghe per la laguna; [...] e ancora per la strada conosciuta | ci volgiamo incerti a guardare le aiuole | immobili e riflessi nei canali | i giardini d’amore vietati dal tempo” (vv. 5-9, 14-17), oppure a “Il piacere” (1953), un altro testo incluso nella raccolta “Onore del vero” (1957). Spero di aver risposto alla tua domanda, un saluto e buona giornata! :)
Ti ringrazio per la spiegazione. Luzi è un autore molto complesso e se ci fossero delle videolezioni sarebbe ancora meglio.. Spero che a breve possiate inserirle, un caro saluto a te e a tutto lo staff :) - Viola Russo 17 Luglio 2015
Ciao Viola, sì, speriamo di arricchire presto tutta la sezione sulla poesia del Novecento. Grazie a te, un saluto! :) - luca ghirimoldi 17 Luglio 2015