Platone
Come si può definire al meglio la dialettica di Platone, la sua teoria dei generi sommi e il significato del mito della caverna?
il 17 Maggio 2014, da Dennis Izzo
Ciao Dennis, per quanto riguarda la teoria dei generi sommi, essi sono le idee generalissime. Il moto e la quiete, l'essere di cui sono partecipi tutte le cose che si può dire che sono, l'identico e il diverso. Questi generi partecipano tutti al "diverso", pertanto sono in relazione col non essere: quindi possiamo dire che questi generi partecipano al genere dell'essere poiché sono, ma anche al non essere poiché sono diversi dal genere dell'essere. La teoria dei generi sommi consente di risolvere il problema del non essere, poiché quando si dice che qualcosa non è non si intende il non essere opposto all'essere, che in quanto tale non può essere pensato né detto, ma il diverso. Posta la teoria dei generi allora la dialettica sarà quella scienza che indaga i modi di mescolanza dei generi. Siccome per Platone è necessario che la conoscenza intellettuale passi attraverso i logoi, il metodo dialettico funziona così: posto che la migliore conoscenza di un'idea si avrebbe contemplandola direttamente attraverso un'intuizione intellettuale, e posto che questa via non è possibile perché le idee hanno natura metafisica, la via che resta è cercare di comprendere la natura dell'idea, poniamo 1, sia analizzando i rapporti che intrattiene con le altre idee, poniamo 2 e 3 - e che possono essere positivi o negativi -, e poi compiere la medesima operazione con le idee 2 e 3. In questo modo il filosofo può determinare se la ricerca si sta svolgendo in modo giusto o meno in base alla coerenza o incoerenza a cui porta l'esercizio dialettico e che è l'unico criterio di verità disponibile. Inoltre la reminescenza sta a condizione della riuscita del metodo dialettico. Per rispondere all'ultimo punto della tua domanda, il mito della caverna fa riferimento alla teoria delle idee, asse portante della metafisica di Platone. La realtà infatti è divisa in due zone, il mondo delle idee, gerarchicamente superiore, e la realtà sensibile, costitutivamente imperfetta. La conoscenza del mondo delle idee è quella che si basa sull'intelletto, mentre quella della realtà sensibile è l'opinione, che dipende dai sensi. Il mito della caverna vuole dirci che la conoscenza intellettiva degli oggetti metafisici non può che essere approssimativa e conseguentemente non può che esserci incomprensione tra i filosofi, che alla luce dell'esercizio contemplativo si sono liberati dalle catene dell'opinione, e i non filosofi che, colpiti dalla fatica della nuova esperienza non trovano in essa alcuna gratificazione e preferirebbero tornare al buio. Spero di esserti stata d'aiuto, un saluto!
Ciao Matilde, grazie mille! Mi sei stata molto d'aiuto, un saluto anche a te! - Dennis Izzo 19 Maggio 2014