Rivoluzione francese

La rivoluzione francese è stata preceduta, almeno cronologicamente, dai grandi filosofi illuministi come Voltaire e Montesqieu. Ma a scendere in strada coi forconi è stato un sottoproletariato ignorante e stremato dalla fame e dalla disperazione; e dubito che fosse dedito a letture importanti. Vorrei sapere: in quale misura i filosofi hanno condizionato, incoraggiato, suggerito la rivoluzione? Semplicemente: in quale misura ne sono gli artefici?


il 26 Giugno 2015, da Valerio Lago

Matilde Quarti il 29 Giugno 2015 ha risposto:

Ciao Valerio, per rispondere alla tua domanda bisogna in primis dire che la Rivoluzione Francese è una rivoluzione della borghesia, che si è avvalsa del sostegno del sottoproletariato contadino per avere la possibilità di entrare nel processo decisionale politico che fino ad allora le era precluso e per favorire il passaggio alla Repubblica. Per quanto riguarda le basi filosofiche della rivoluzione, queste come hai ben detto, si possono ritrovare nei testi dei pensatori dell'Illumnismo (che non a caso a inizio XIII secolo vennero censurati). La rivoluzione francese si appoggia quindi alle dottrine dell'ala più radicale dei filosofi illuministi, che promuovevano una politica contrattualista, in opposizione quindi alla politica assolutista della corte francese. L'illuminismo, chiaramente, non influenza una classe sociale prettamente analfabeta come quella sottoproletaria, bensì quella borghesia che come abbiamo detto è affamata di cambiamenti e di un nuovo ruolo politico e sociale. A sostegno degli ideali illuministi, giungono inoltre gli echi da oltremare della Rivoluzione Americana, che viene presa a exemplum dai rivoltosi francesi. La Rivoluzione Francese, per tutti gli anni '90 del '700, venne inoltre sostenuta da quegli intellettuali e colti borghesi europei formatisi nell'alveo dell'illuminismo, trasformando l'esperienza francese in un avvenimento di portata europea. Spero di aver risposto alla tua domanda, se avessi ulteriori dubbi non esitare a contattarci!


Ti ringrazio, Matilde. Approfitto del tuo invito a non esitare. Risposta molto chiara. (Nella mia domanda, come ho fatto a dimenticare il ruolo della borghesia? Bah...) E' chiaro quindi che gli ideali illuministi hanno pienamente pervaso la borghesia. Ma allora, dato che senza violenza nulla sarebbe stato possibile, devo dedurre che la borghesia ha fatto da tramite fra l'ideale, fino a quel momento astratto, e i popolani disperati che magari non avevano neanche mai sentito nominare Voltaire. E' corretto? Rovevsciando la domanda: come è venuto in mente a quelle persone di ribellarsi, proprio in quel momento dopo secoli di oppressione? Sono stati sobillati? Arringati da qualche idealista? - Valerio Lago 29 Giugno 2015

Allora, intanto c'è da dire che nei decenni che precedono la rivoluzione la Francia versa in difficili condizione economiche, per quanto riguarda le classi inferiori queste sono determinate dall'inadeguatezza della produzione di carbone e dal ritardo nell'aggiornamento delle pratiche agricole. A questo si aggiunge il fatto che nonostante le difficoltà agricole e l'aumento dei prezzi i contadini erano soggetti a pesanti imposte. Le idee illuministe di sovranità popolare si inseriscono quindi in un contesto di esasperazione delle classi più vessate. Posto questo, il tentativo di una serie di riforme economiche e una crisi interna agli Stati Generali, portano ai primi focolai di rivolta. Insomma, non c'entra tanto che il sottoproletariato non conoscesse Voltaire, perché se gli ideali dell'illuminismo infiammavano la borghesia colta, che leggeva in essi la propria necessità di rivalsa, è pur vero che il proletariato viveva in una situazione di privazione economica tale da essere sufficiente per l'esplodere in una rivolta. In ogni caso ti lascio qui il link a un corso con delle video lezioni molto chiare e schematiche, che potrebbe esserti utile se sei interessato all'argomento: https://library.weschool.com/corso/rivoluzione-francese-e-l-et%C3%A0-napoleonica-9040.html :) - Matilde Quarti 29 Giugno 2015