tesina: la gabbia
in filosofia e arte quale argomento potrei portare?? parto dalla fisica con un'applicazione della gabbia in natura ossia con la gabbia di Faraday e poi analizzo la gabbia come fenomeno sociale ad esempio in italiano Kafka, storia Aushwitz, latino la lettera di Seneca sugli schiavi ed inglese la gabbia del culto della bellezza con Oscar Wilde.
il 13 Aprile 2015, da Giulia Leone
Ciao Giulia, per quanto riguarda filosofia potresti collegarti ad Aushwitz e portare "La banalità del male", di Hannah Arendt (che, in ogni caso, ti consiglio di leggere anche all'infuori della tesina perché è un libro meraviglioso). Altrimenti altri argomenti magari più svincolati che mi vengono in mente sono "Sorvegliare e punire", di Michel Foucault, che studia i cambiamenti storici nei sistemi penali in Occidente e quindi puoi collegare al concetto di prigione; "Il mondo come volontà e rappresentazione" di Arthur Schopenhauer, in cui viene teorizzato il cosiddetto velo di Maya, che separa la percezione individuale dalla reale conoscenza della realtà oppure la filosofia di Martin Heidegger e in particolare i concetti di esistenza autentica/inautentica, sia Schopenhauer sia Heidegger si possono, a mio parere, inserire nella riflessione suscitata dai romanzi di Kafka. Questo è quanto mi viene in mente per filosofia, per quanto riguarda la storia dell'arte potresti invertire il discorso portando il Surrealismo (quindi Dalì, Magritte, etc), che con la sua visione dell'arte come mezzo per liberarsi dalle convenzioni può simboleggiare l'uscita dalla gabbia sociale attraverso il movimento artistico. Queste sono solo idee, poi si tratta di vedere se si sposano o meno con quanto hai già preparato, in ogni caso se dovessi avere altri dubbi scrivici pure! :)
Ciao Giulia! Sono assolutamente d'accordo con Matilde per la ottima scelta del testo di Michel Foucault che, in quel testo, disvela il fatto che la società voglia punire e subordinare tutti al controllo, esercitando un potere pervasivo. Per Foucault tre sono le istituzioni che impediscono all'individuo di crescere libero: il carcere, il manicomio e la scuola. Ancora più interessante, è il fatto che già Nietzsche si era soffermato sulla scuola sostenendo che essa sia volta a preparare forza-lavoro passiva (per Foucault, invece, soffoca gli impulsi emozionali e la sessualità prorompente. Di qui ne deriva il fatto che la società controlli il corpo, tema affrontato anche da Freud. Eccellente anche la scelta di Heidegger e Schopenhauer - come già ha suggerito Matilde - ma dipende su quale "tipo" di gabbia tu ti voglia soffermare.. Per Schopenhauer l'individuo non può essere libero, giacchè in lui alberga la volontà di vivere, che decide per sè il suo corso e ha come unico fine il continuo rinnovamento di se stessa.. Heidegger è fantastico, ma forse un po' complesso: la distinzione vita autentica/inautentica è ottima, ma io forse - ed è per questo che ritengo sia opera ardua- sposterei l'attenzione sul fatto che l'uomo sia un "progetto-gettato".. (Nel caso in cui volessi approfondire al riguardo, non esitare a chiedere). Facci sapere ;)