Vittorio Alfieri e l'amore.
Salve, vorrei delle informazioni su Vittorio Alfieri e come ha vissuto l'amore. Ho cercato sul mio testo e su altri testi di amici/parenti ma non ho trovato davvero nulla. Qualche delucidazione? Grazie mille.
il 12 Febbraio 2015, da Marco Zaccagnino
In particolare Vittorio Alfieri ha vissuto l'argomento attraverso varie vicissitudini nel più e nel meno dei fatti concorrenti. Hai provato a cercare nei testi di amici e parenti?
Ciao Marco, provo a darti qualche indicazione generale, che spero possa esserti d’aiuto; il tema dell’amore, inteso come una delle passioni e dei tormenti principali dell’animo umano, è uno dei più importanti della produzione di Alfieri, sia nei sonetti che nelle tragedie e nella “Vita”. Dopo l’esperienza fondamentale dei viaggio giovanili (circa dal 1766 al 1772) in cui il legame amoroso più importante è quello, romantico ed appassionato, per l’inglese Penelope Pitt (una vicenda che si concluderà con un duello col marito e che è ricordata nella “Vita”, Epoca III, capitolo X) e un altro con una nobildonna torinese dal 1773 al 1775, conosce l’amore determinante per la sua vita nel 1777. Si tratta di Louise Stolberg-Gedern (1752-1824), contessa di Albany e moglie di Carlo Edoardo Stuart, pretendente al trono d’Inghilterra. Il legame con la D’Albany è reso difficile dalla vera e propria persecuzione del marito contro al donna, almeno fino alla morte di Carlo Edoardo nel 1788 (a un certo punto, la donnaè pure costretta a rifugiarsi in un convento). I due vivono prima a Firenze e poi, dal 1781, a Roma ma nel 1783 lo scandalo della loro relazione adultera obbliga Alfieri ad abbandonare al capitale. Rivedrà l’amata solo nel 1784 a Colmar, nella regione francese dell’Alsazia, e dal 1787 i due si stabiliscono a Parigi. Da qui sono costretti a fuggire - il 18 agosto 1792 - mentre imperversa la Rivoluzione e la cupa fase del Terrore giacobino. Alfieri e la Stolberg si rifugiano a Firenze, dove il poeta muore nel 1803. La contessa commissionerà al famoso scultore Antonio Canova il monumento funebre per l’amato. Le tracce più cospicue della concezione dell’amore di Alfieri si trovano ovviamente nella “Vita” (https://library.weschool.com/lezione/vita-di-alfieri-introduzione-allopera-e-riassunto-2261.html) ma si riflettono anche nei sonetti e nelle tragedie (come la “Cleopatra”, il “Filippo” e la “Mirra”: https://library.weschool.com/lezione/alfieri-mirra-riassunto-e-analisi-del-testo-2264.html). Nelle “Rime”, puoi trovare indizi della rappresentazione dell’amore come passione nel sonetto “Solo, fra i mesti miei pensieri, in riva”, dove l’amore è “fiamma inestinguibile” (v. 6) che “cuoce” il cuore del poeta; in “Uom, di sensi, e di cor, libero nato” (https://library.weschool.com/lezione/alfieri-uom-di-sensi-testo-e-analisi-3739.html) la specificazione di essere un uomo dotato di “cor” (cioè, capace di provare forti passioni) sottolinea l’importanza delle passioni nella vita e nella letteratura di Alfieri. Spero di averti dato uno spunto per il tuo dubbio, un saluto e buona giornata! :)
Sei stato gentilissimo, grazie!! :) - Marco Zaccagnino 13 Febbraio 2015
Prego! :) - luca ghirimoldi 13 Febbraio 2015