Verifica: sonetti CLXVII e CLXXIII, e "Uom, di sensi, e di cor, libero nato".
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Nel sonetto CLXVII, noto come "Sublime specchio di veraci detti", il "volto pallido" è paragonato:
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Nel sonetto CLXXIII, noto come "Tacito orror di solitaria selva", la prima quartina esprime:
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Nel sonetto "Uom, di sensi, e di cor, libero nato", il verbo "s'inchiostra" può significare:
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La solitudine dell'animo che traspare anche nei sonetti CLXVII e CLXXIII, in "Uom, di sensi, e di cor, libero nato" diventa:
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Il modo di coniare i neologismi usato da Alfieri in "Tacito orror di solitaria selva" è più frequente:
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"Uom, di sensi, e di cor, libero nato" fa parte della prima sezione delle Rime (1776-1788)
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Alfieri, nel sonetto CLXVII, si descrive come un uomo dalla "schiena diritta".
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Per Alfieri la selva è il luogo dell'inquietudine e dello smarrimento.
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Quali altri due noti autori dell'Ottocento comporranno autoritratti in versi?
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Quali altri due noti autori dell'Ottocento comporranno autoritratti in versi?