Carlo Goldoni (1707-1793) conduce un’esistenza errabonda, che inizia fin dalla più giovane età, quando segue il padre a Perugia e in seguito si reca a Rimini per motivi di studi. Dopo un breve ricongiungimento familiare, Goldoni si trasferisce a Pavia a studiare medicina, ma viene espulso per uno scritto satirico. Decide dunque di laurearsi in giurisprudenza e trasferirsi a Venezia, ma, nel 1734, incontra a Verona il capocomico del teatro San Samuele, Giuseppe Imer, con cui sigla un contratto. Goldoni inaugura dunque la sua carriera di scrittore con il dramma popolare Belisario. Quando è costretto a scappare da Venezia per i debiti accumulati, Goldoni si ritira a Pisa ed esercita l’avvocatura, ma senza rinunciare alla carriera letteraria che, anzi, gli vale l’ammissione all’Accademia dell’Arcadia. Risolta la situazione, Goldoni torna a Venezia dove, dal 1748, scrive per il teatro Sant’Angelo. Di questo periodo è la sua opera più celebre: La locandiera. A Goldoni dobbiamo la rivoluzionaria riforma del teatro, che riguarda il linguaggio e la tecnica drammatica e contribuisce all’evoluzione della pratica teatrale così come la conosciamo. Per il teatro di San Luca, sempre a Venezia, Goldoni scrive un altro testo di capitale importanza: l’opera corale Il campiello.
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Goldoni: biografia
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