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Carlo Sini e la filosofia di Peirce: il mondo e il tramonto della figura

L'idea che la concezione del mondo "in sè" sia essa stessa una figura non si traduce nella banale interpretazione per cui il mondo sarebbe "mera rappresentazione della propria mente". Al contrario, il mondo non coincide con le proprie mappe perchè questa interpretazione sarebbe un'altra mappa.

Il modo di raffigurare il mondo in se stessi obbedisce ad una legalità della quale non sappiamo nulla e, perciò, l'idea del mondo in sè è a sua volta una figura del mondo, un foglio-mondo con il suo limite di insufficienza. Allo stesso modo, il territorio in sè non esiste: è immaginabile solo in relazione alla pianta, all'animale, ai singoli esseri umani e al linguaggio tramite il quale è espresso. Per questo è sempre un grafo, un gesto, una figura o una pratica legata alla prospettiva di ciascun essere. Il territorio è un risultato prospettico dato dall'interrelazione di tutti i punti prospettici e le figure del mondo. Il mondo sta sempre dentro i fogli-mondo, non esiste una realtà "vera" oltre il segno e la figura. Questo modo di intendere l'inferenza e i grafi che la riguardano rispetto alla verità è in diretta relazione con la questione dell'ethos e con il fatto che ogni abito ha in sè una filosofia implicita dell'universo di cui deve sempre riconoscere l'errore o, meglio, lo sfigurarsi. Bisogna accettare il tramonto della figura per avere il mondo in figura, in un continuo trapassare di significato.

Carlo Sini (Bologna, 1933), filosofo e docente di Filosofia teoretica in diverse università italiane, è autore di numerose opere sui temi della fenomenologia, del pragmatismo e del rapporto tra semiotica e filosofia ermeneutica.
Ha tenuto e tiene tuttora corsi, seminari e conferenze sia in Italia, sia all'estero (Stati Uniti, Canada, Argentina, Spagna, Svizzera e altri paesi europei).