Introduzione
Con Triplice Intesa intendiamo un sistema di accordi tra Francia, Russia e Gran Bretagna stipulati tra la fine dell'Ottocento e il primo decennio del Novecento, che ha contribuito a definire il complesso sistema di alleanze alla vigilia della Prima Guerra Mondiale. Non si tratta di una vera e propria unione paragonabile alla Triplice Alleanza quanto piuttosto di una rete di singoli accordi bilaterali: l’alleanza tra Francia e Russia del 1894, l’Entente cordiale del 1904 tra Francia e Gran Bretagna e l’accordo del 1907 tra Gran Bretagna e Russia.
Il contesto
Il contesto europeo fino al 1890 è caratterizzato dalla politica del cancelliere tedesco Otto von Bismarck, basata sulla ricerca di un equilibrio tra le nazioni europee. In modo particolare l’obiettivo del cancelliere è creare una situazione politica in Europa nella quale tutte le potenze siano in qualche modo legate alla Germania e non abbiano motivo per costituire coalizioni ad essa contrarie. L’unica nazione considerata una possibile minaccia è la Francia, a causa della forza al suo interno del movimento revanscista (dal francese revanche, “rivincita”) che propugna la necessità di riconquistare i territori di Alsazia e Lorena invasi dalla Germania nella guerra del 1870.
Nel 1890 con le dimissioni di Bismarck da cancelliere, la politica estera tedesca muta sotto lo slancio del nuovo sovrano Guglielmo II, divenendopiù aggressiva e meno interessata al mantenimento dell’equilibrio. Questo comportamento contribuisce al delinearsi di due blocchi contrapposti tra le potenze europee: la Triplice Alleanza che era già stata siglata nel 1882 e la Triplice Intesa.
Nuovi equilibri: il trattato Franco-Russo
La prima ricaduta della nuova politica estera tedesca coinvolge la Russia: la Germania decide infatti di non rinnovare il “Trattato di controassicurazione” siglato nel 1887 dalle due potenze. Questo trattato stabiliva la neutralità dei due firmatari in caso di un’entrata in guerra dell’altro contro una terza potenza. Nello specifico aveva il ruolo di garantire la neutralità della Russia nel caso di un attacco della Francia alla Germania e la neutralità di quest’ultima nel caso di un attacco austroungarico alla Russia. Il nuovo corso della politica estera tedesca investe invece sul rafforzare la fedeltà all’alleato austroungarico, non rinnovando il trattato con la Russia che ne era il più importante rivale in territorio balcanico.
La Francia, che vede nella Germania la principale minaccia in ambito europeo, decide di sfruttare questo nuovo scenario cercando un avvicinamento con la Russia, seppure i due paesi si trovino su posizioni ideologiche completamente diverse: la Francia è una Repubblica mentre la Russia è sotto il dominio degli zar che vi esercitano un potere monarchico di stampo assolutista. Ciò che soprattutto spinge l’Impero zarista a contrarre questa nuova alleanza non è tanto il timore riguardante i propri confini occidentali, quanto piuttosto la preoccupazione suscitata dall’avvicinamento in corso tra Gran Bretagna e Germania nei primi anni ‘90 dell’Ottocento, che pare quasi presupporre un ingresso britannico nella Triplice Alleanza. Questo rappresenta una forte minaccia per la Russia in quanto l’Impero britannico costituisce il suo principale rivale nei territori asiatici.
Nell’estate del 1891 si giunge quindi ad un accordo di intesa preliminare tra Francia e Russia, seguito da una convenzione militare firmata il 18 agosto del 1892. Si giungerà poi nel 1894 alla ratifica di una vera e propria alleanza tra le due potenze che si legano quindi attraverso un accordo militare di tipo difensivo, mirante ad assicurare l’intervento dell’alleato in caso di attacco di una terza forza.
Nuovi equilibri: la rivalità tra Germania e Gran Bretagna
Un secondo aspetto della nuova politica estera tedesca consiste nel desiderio di diventare una grande potenza mondiale conquistando territori coloniali, questione precedentemente posta in secondo piano per poter mantenere l’equilibrio di alleanze caratteristico della Realpolitik di Bismarck. Questa ambizione tedesca, che diverrà nota con il nome di Weltpolitik, porta però necessariamente ad opporsi agli interessi inglesi. Le buone relazioni tra i due stati finiscono dunque per compromettersi: emblema di questo rapporto è la crisi del Transvaal del 1894-1895, nella quale la Gran Bretagna appoggia la tentata conquista del piccolo stato da parte del Sud Africa, mentre la Germania si complimenta con il presidente del Transvaal per essere riuscito a mantenere l’indipendenza del suo paese.
Parte di questa nuova politica tedesca è anche la decisione di costituire una grande flotta che possa rivaleggiare con quella inglese: anche se la Germania non riuscirà mai a competere con la potenza navale britannica, la costruzione di questa nuova flotta costituisce un altro tassello nella crisi strisciante tra le due grandi potenze.
L’avvicinamento tra Gran Bretagna e Francia: l’Entente cordiale
Dal punto di vista della Gran Bretagna, in questi anni è la politica coloniale a dettare la linea d’azione in politica estera; per questo motivo la maggiore minaccia agli interessi britannici viene considerata la Russia, direttarivale in Asia, ma allo stesso tempo si teme anche l’espansionismo francese in Africa. Questo fa dell’alleanza franco-russa una novità spiacevole per l’Impero britannico.
La rivalità franco-britannica ha il suo apice nel 1898 con lo scontro tra le due potenze a Fashoda, nell’attuale Sudan: entrambi gli stati mirano ad un allargamento dei loro possedimenti coloniali nelle zone interne dell’Africa e si contendono degli strategici territori di penetrazione. L’incidente si risolve con un’azione diplomatica che vede il ritiro della Francia e un accordo che delinea le rispettive zone di influenza in Africa settentrionale.
Questo evento rappresenta un primo avvicinamento tra i due stati, mettendo in luce come sia più vantaggioso per entrambi essere alleati piuttosto che rivali. Si arriva dunque l’8 aprile del 1904 alla firma della cosiddetta Entente cordiale, accordo che sancisce il definitivo avvicinamento tra Gran Bretagna e Francia. In questo trattato si definisce di fatto la spartizione delle zone di influenza in Nord Africa, affidando al dominio britannico l’Egitto e a quello francese il Marocco.
Il testo si focalizza solamente sulle questioni coloniali ma le ripercussioni in ambito europeo appaiono scontate: l’accordo tra i due paesi rappresenta una scelta di campo da parte britannica e il suo definitivo avvicinamento alla Francia. La particolarità dell’intesa sta nel fatto che, mentre l’Egitto era già sotto il controllo inglese dal 1882, il Marocco è ancora uno stato libero, ambito non solo dalla Francia ma anche dalla Germania. Questo causa le due crisi marocchine del 1905 e del 1911, durante le quali la Germania cerca di conquistare il territorio nordafricano ma viene di fatto respinta. In entrambe le occasioni si riesce a evitare la guerra e a risolvere la questione tramite un accordo, mentre decisivo risulta l’appoggio inglese alla Francia.
L’accordo tra Gran Bretagna e Russia
Allo stesso tempo i rapporti della Gran Bretagna con la Russia continuano ad essere tesi per via della minaccia che quest’ultima rappresenta per gli interessi britannici in Asia. Ma con la vittoria del Giappone sulla Russia nella guerra del 1904-1905 per il controllo della Manciuria, l’Impero zarista appare ridimensionato nella sua potenza, anche per via dei disordini interni scoppiati nel 1905. Questa situazione facilita la ricerca di una risoluzione delle controversie pendenti con la Gran Bretagna. I due imperi giungono ad un accordo nell’estate del 1907, risolvendo in particolare i contrasti riguardanti la Persia, il Tibet e l’Afghanistan.
Con la risoluzione delle controversie tra Impero zarista e Gran Bretagna - seppur anche questo accordo non contenga un esplicito riferimento ad una vera e propria alleanza militare - si giunge ad una definitiva polarizzazione dell’Europa, con una contrapposizione evidente tra la Triplice Alleanza, in vigore già dal 1882 tra Germania, Austria-Ungheria e Italia, e il gruppo di potenze denominato Triplice Intesa, comprendente Gran Bretagna, Francia e Russia.
Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale e il ruolo dell’Italia
La situazione delle alleanze tra le grandi potenze europee rimane immutata fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Quando il 28 giugno 1914 l’uccisione dell’arciduca d’Austria Francesco Ferdinando mentre si trova in visita a Sarajevo dà il pretesto per iniziare la guerra, solo l’Italia non prende parte ai combattimenti dichiarando la neutralità. Infatti il trattato della Triplice Alleanza obbliga all’ingresso in guerra solo nel caso in cui l’alleato sia stato aggredito, mentre in questo caso si ritiene sia stata l’Austria-Ungheria a dichiarare guerra per prima.
Inizia quindi un periodo di corteggiamento all’Italia da parte dei due blocchi di potenze, unito ad un dibattito all’interno del paese tra neutralisti ed interventisti. Questi ultimi spingono in particolar modo per un intervento contro l’Austria-Ungheria, affinché si possa giungere tramite la guerra alla conquista dei territori irredenti 1, chiudendo il percorso storico e nazionale del Risorgimento.
È proprio questa prospettiva che spinge il governo italiano, senza consultare il parlamento, alla firma del Patto di Londra il 26 aprile 1915 con Gran Bretagna, Francia e Russia. Questo accordo prevede l’immediato ingresso dell’Italia in guerra e, in caso di vittoria della Triplice Intesa, la sua conquista di Trentino, Sud Tirolo, Venezia Giulia, Istria, Dalmazia, una serie di isole adriatiche e il controllo del Dodecaneso. Viene inoltre riconosciuta la sovranità italiana sulla Libia. Con questo patto si delinea dunque la fine della Triplice Alleanza, mentre si ridefiniscono i confini della Triplice Intesa.
1 Territori irredenti: si tratta di quelle terre considerate italiane anche se appartenenti all'Austria-Ungheria: principalmente, il Trentino e la Venezia Giulia, la città di Fiume e la Dalmazia.