Shakespeare apre da subito la sua tragedia Romeo e Giulietta utilizzando la forma tipica della poesia rinascimentale. Il prologo al Romeo and Juliet è, infatti, un perfetto sonetto elisabettiano, composto di tre quartine a rima alternata e un distico finale a rima baciata. Questa forma poetica serviva anche probabilmente a catturare da subito l’attenzione del pubblico, che in questo modo veniva attratto dalla musicalità dei versi e invitato al silenzio e a prestare attenzione. Inoltre questo sonetto è particolarmente degno di nota perché riassume in quattordici versi l’intera tragedia, con una perfetta divisione retorica: nella prima quartina introduce la scena, il setting. Nella seconda quartina introduce i due amanti, nella terza ci dà idea di cosa accadrà nella tragedia e nel distico finale Shakespeare si rivolge al pubblico stesso per chiedere la sua attenzione.
Questo prologo non è quindi una semplice introduzione che ci dice dove siamo e chi sono i personaggi principali, ma al contrario ci spiega l’intera azione, anticipandoci anche la fine, ovvero la morte dei due amanti. In questo modo accende sin da subito la nostra pietà, introducendoci alla tragedia e amplificando i sentimenti drammatici.
Questo prologo non è quindi una semplice introduzione che ci dice dove siamo e chi sono i personaggi principali, ma al contrario ci spiega l’intera azione, anticipandoci anche la fine, ovvero la morte dei due amanti. In questo modo accende sin da subito la nostra pietà, introducendoci alla tragedia e amplificando i sentimenti drammatici.
Romeo and Juliet, Prologue
Two households, both alike in dignity,
in fair Verona, where we lay our scene,
from ancient grudge break to new mutiny,
where civil blood makes civil hands unclean.
From forth the fatal loins of these two foes
a pair of star-cross'd lovers take their life;
whose misadventured piteous overthrows
do with their death bury their parents' strife.
The fearful passage of their death-mark'd love,
and the continuance of their parents' rage,
which, but their children's end, nought could remove,
is now the two hours' traffic of our stage;
the which if you with patient ears attend,
what here shall miss, our toil shall strive to mend.