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J. M. Barrie, Peter Pan: riassunto della trama

Peter Pan, un eterno bambino in grado di volare, è un personaggio inventato ai primi del novecento da James Matthew Barrie, autore di origine scozzese che vive e opera a Londra per la maggior parte della sua vita. Le storie di Peter Pan nascono a seguito dell’amicizia di Barrie con cinque bambini conosciuti ai Giardini di Kensington, i fratelli Davies (il minore dei quali si chiama Peter), a cui si lega e con cui passa interminabili giornate di giochi, offrendogli anche il proprio cottage delle vacanze. Dalle fantasiose avventure di questi bambini, che si divertono ad impersonare pirati, nascono le figure dei “bimbi smarriti” e prende avvio quel processo creativo che condurrà alla genesi dei due romanzi più celebri dell’autore: Peter Pan nei Giardini di Kensington, del 1906, ma soprattutto Peter e Wendy, del 1911, in cui si delinea quella storia che avrà tanta fortuna nell’immaginario popolare nel corso di tutto il ‘900.
È bene notare che il personaggio di Peter Pan presenta, tra un romanzo e l’altro, profonde differenze: il testo del 1906 racconta la storia di un magico neonato, mentre in quello del 19011 Peter è un bambino che potrebbe avere tra gli otto e i dodici anni (Barrie non ne specifica l’età ma menziona il fatto che abbia ancora i denti da latte). Trattandosi di un bambino che non può crescere è evidente che i due romanzi sono completamente indipendenti tra loro. Quello che viene evidenziato, dunque, tra le due opere, non è un’evoluzione reale del personaggio, bensì un’idea di fondo di cui Peter Pan, nelle sue due diverse rappresentazioni, è un veicolo. 

 

Peter Pan nei Giardini di Kensington

Peter Pan nei Giardini di Kensington è un romanzo breve che nasce nell’alveo di un’altra opera, L’uccellino bianco (1902), al cui interno viene delineata la magica vicenda di un neonato di nome Peter. La storia nella storia è stata dunque in seguito estrapolata e resa autonoma dal suo autore: si tratta della prima apparizione del fortunato personaggio di Barrie.

Ci troviamo in piena Londra, ma l’atmosfera del racconto non è quella dei trafficati viali di una metropoli frenetica, bensì quella della pace quasi bucolica che si respira nei Giardini di Kensington, il celebre parco che orna una delle zone residenziali più eleganti della capitale inglese. Qui vive, su un isolotto in mezzo a un lago, un corvo, Salomone, che dirige le nascite di tutta Londra. I bambini, infatti, prima di diventare tali sono uccellini, inviati dal corvo Salomone in quelle case che li vedranno crescere. Un neonato, dunque, non è ancora completamente umano, ma possiede ancora alcune caratteristiche dell’uccello che era. È questo il caso del piccolo Peter, di appena sette giorni, che, dopo aver sentito i suoi genitori discutere su quella che sarà la sua vita adulta, non appena sua madre esce dalla sua cameretta dimenticandosi la finestra aperta non riesce a resistere al fresco richiamo del vento e vola via. Una volta tornato all’isola di Salomone, Peter viene rimproverato dal corvo: ormai non è più un uccello, ma dopo essere fuggito via dalla sua nuova vita non può essere nemmeno un bambino. Peter, dunque, si trova in un momento di mezzo, in cui la sua stessa natura è incerta. Inoltre, siccome la scoperta della verità lo ha privato della capacità di volare, è destinato a restare sull’Isola degli Uccelli senza poter raggiungere il resto del parco. Peter cresce dunque senza conoscere il mondo degli umani e quando finalmente riesce ad attraversare il laghetto, utilizzando un grosso nido come barca, scopre quanto essi siano misteriosi. Le vite dei bambini, in particolare, sono popolate da oggetti per Peter inspiegabili: ogni loro gioco è strano e Peter utilizza a modo suo quelli che ritrova al calar del sole. I Giardini di Kensington, infatti, quando arriva la sera e i londinesi tornano a casa, si trasformano in un luogo magico, popolato da fate che si nascondo per il resto della giornata e che diventano presto amiche di Peter. Proprio grazie al loro intervento Peter prende il soprannome di Pan, infatti sono le fate ad insegnargli a suonare il flauto di Pan, che diverrà il suo strumento prediletto.
Un giorno Mab, regina delle fate, gli promette che asaudirà due suoi desideri: Peter chiede subito di volare per rivedere sua madre. Si accosta dunque alla finestra della vecchia casa, ancora aperta nella speranza che lui possa tornare, ma decide di non entrare. Vuole infatti salutare prima le amiche fate e, dunque, chiedere con il secondo desiderio di poter volare nuovamente.
Le fate, però, non lasciano andare il loro prediletto tanto facilmente e si lanciano in canti e balli senza fine, al termine dei quali è davvero passato molto più tempo di quanto Peter non immaginasse. Infatti, una volta tornato a casa, trova la finestra che un tempo era aperta chiusa sprangata: dietro ai vetri, infatti, dorme un nuovo neonato.
Peter Pan, tradito, decide di non tornare più dalla sua famiglia e rimanere, per sempre bambino, ai Giardini di Kensington.
Nonostante un’altra volta cerchi di costruire un legame affettivo con un essere umano, in questo caso una bambina di nome Maimie, che si è persa nei Giardini e che Peter chiede in sposa, è destinato restare da solo. Maimie infatti capisce che per sposare Peter dovrebbe lasciare sua madre e decide dunque di non farlo e di continuare la sua vita e crescere come tutti i bambini.
Una volta più grandicella, però, Mamie non dimentica Peter e gli fa spesso visita per lasciargli delle lettere e dei regali. Tra i regali vi sarà anche una capra immaginaria, che diventerà la cavalcatura di Peter nelle sue scorribande per i Giardini di Kensington.

 

Peter e Wendy

Peter e Wendy è anche conosciuto con il titolo Peter Pan, o il ragazzo che non voleva crescere e racconta la storia di Peter, un bambino volante che proviene dalla terra incantata di Neverland (in italiano l’Isola che Non C’è) dove i bambini non crescono mai. Peter si reca spesso a Londra, dove ascolta nascosto dietro la finestra aperta Mary Darling, una bella e giovane madre che ogni sera racconta delle storie bellissime ai suoi tre bambini per farli addormentare: la più grande si chiama Wendy, poi ci sono John e Michael. Una notte Peter, dopo aver ascoltato la storia di Mary, come sempre vola via. Ma, ormai lontano, si accorge di non aver più con se la sua ombra. La ritrova, dunque, a casa Darling, ma per recuperarla fa una tale confusione da svegliare Wendy. La bambina, affatto spaventata dalla presenza di un ragazzino sconosciuto, per di più separato dalla sua ombra, aiuta Peter a ricucirsi l’ombra ai piedi e, scoperto perché Peter Pan si trovava nei pressi di casa loro, gli confida di saper raccontare le favole quasi bene quanto sua madre.
Peter allora le chiede di tornare con lui a Neverland, qui infatti si trovano i bimbi smarriti, quei bambini che, dopo essere caduti dalla culla per una distrazione dei genitori o delle tate, non vengono più cercati dalla loro famiglia. I bimbi smarriti avrebbero davvero bisogno di una figura materna e Wendy sembra a Peter proprio la figura adatta.
Wendy accetta l’avventura e, con i fratellini John e Michael, ormai svegli, parte con Peter.
I fratelli Darling si fermano a lungo a Nerveland, dove vivono incredibili avventure.
La magica isola, infatti, non è popolata solo dai bimbi smarriti, ma vi sono anche indiani, tra cui la principessa Tiger Lily, e pirati, comandati dal terribile Capitano John Hook, un uomo spregiudicato che ha paura di una sola cosa: del coccodrillo che ha mangiato sia la sua mano che una sveglia e il cui arrivo si avverte in anticipo dal ticchettio che proviene dalla sua pancia.  Proprio per salvare Tiger Lily, rapita dai pirati, i fratelli Darling e Peter Pan partecipano ad una battaglia da cui escono vincitori.
Sebbene la vita a Neverland sia libera e spensierata un giorno Wendy comincia a ripensare ai suoi genitori e alla sua vita di prima e capisce che non è giusto impedire ai suoi fratelli di crescere normalmente. I tre non fanno però in tempo a partire che sono colti di sorpresa e rapiti dalla ciurma di Hook, ancora desideroso di vendetta.
Peter raduna così i bimbi sperduti e grazie a uno stratagemma (portarsi dietro una sveglia simulando così il ticchiettio del coccodrillo) riesce a distrarre la ciurma e ad introdursi sulla nave di Hook. La battaglia per liberare i suoi amici si rivela più cruenta della precedente e Hook viene sbranato dal coccodrillo, realmente sopraggiunto.
Wendy è dunque decisa a tornare a Londra e lei e i suoi fratelli decidono di portare con sé tutti i bimbi sperduti - che infatti adottati dalla famiglia Darling - e anche Wendy, che in precedenza sarebbe voluta tornare con Peter a Neverland, capisce di voler crescere con i suoi fratelli.
Così Peter è costretto a tornare a Neverland da solo, ma promette a Wendy che si rivedranno.
Passano molti anni e il romanzo si conclude con il ritorno di Peter da Wendy, ormai adulta e madre di una giovane, Jane. Peter, che è stato assente dalla casa di Wendy per lungo tempo, si sente tradito poiché Wendy l’ha sostituito con un’altra bambina. Chiede così a Jane di fargli lei da madre.
Il finale del romanzo, dunque, è amaro. Wendy, infatti, sa che è destino di ogni essere umano crescere e lasciare i propri cari e spera che Peter, attraverso Jane, possa restare legato alla sua famiglia e ai suoi nipoti, per non restare mai solo.