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Storia della musica: il Rinascimento, parte 1

Cominciamo le nostre lezioni sul rinascimento ascoltando un brano di musica profana medievale di un trovatore che visse e operò nella seconda metà del 1100, Bernart de Vantadour, in questo modo potremo capire più facilmente che enorme cambiamento la cultura rinascimentale andrà ad apportare alla tradizione musicale. 
Importante è in primis il ritmo, che fluisce per andare ad accompagnare, nella pratica trobadorica, il racconto orale. Da notare che l'armonia dell'epoca è austera e le melodie di accompagnamento sono composte principalmente da due note. Tuttavia è proprio in epoca medievale che vengono creati, da Guido d'Arezzo, i nomi delle note musicali che continuiamo ad utilizzare ancora oggi, così da agevolare la pratica del solfeggio
Nel rinascimento, invece, prende maggiormente piede la pratica della danza, alla quale si deve un cambiamento della musica di accompagnamento, nonché l'introduzione di nuovi mestieri, come quello del maestro di danza.
Come esempio della nuova musica portiamo un Saltarello, che ha un ritmo organizzato e una linea melodica definita. Un'altra caratteristica del brano sono poi i bassi, che si ripetono per tutto il brano.
Il brano successivo è una Gagliarda che usa il medesimo schema di bassi, talmente moderno da poter essere applicato persino per un brano dei Beatles.
Per concludere è interessante ascoltare un paio di brani di un celebre compositore inglese, John Dowland, vissuto a cavallo tra 1500 e 1600.

I brani eseguiti in questa lezione sono i seguenti:

Ben m'an perdut, Bernart de Ventadour (1145-1195)
Saltarello, Vincenzo Galilei, (1520-1521)
Gagliarda tamburina, Anonimo
Norwegian wood (This bird has flown), The Beatles, 1965
Galliard, John Dowland (1563-1626)
Come again, John Dowland (1563-1626)