Come funzionano i test clinici? Il primo di essi risale al 1747 ed è avvenuto su una nave della Corona Britannica, dove il medico di bordo, James Lind (1716-1794), per scoprire una terapia contro lo scorbuto, divise i marinai malati in gruppi differenti a cui somministrò preparati diversi, tra cui uno di arance e limoni, che si rivelo il più efficace.
Sebbene le cose siano cambiate sotto molti aspetti, ancora oggi è fondamentale fare studi clinci per scoprire vantaggi e svantaggi dei trattamenti. Uno studio clinico corretto si divide in svariati punti:
1) Il progetto dello studio clinico va approvato non dagli sperimentatori che lo hanno prodotto ma da un comitato etico composto da esperti e comuni cittadini.
2) I pazienti prescelti per l'esperimento vanno divisi in due gruppi - in modo assolutamente casuale - uno a cui viene somministrato il farmaco in esame e uno a cui viene dato un placebo o, in caso esista già una cura, il farmaco già disponibile.
3) Per evitare suggestioni o pressioni, i pazienti non devono sapere se stanno ricevendo il farmaco in esame o il placebo/farmaco già in commercio, né i medici devono sapere cosa stanno somministrando.
4) Alla fine le cartelle cliniche dei pazienti vanno studiate da un'altra equipe medica che non ha partecipato all'esperimento.
5) Lo studio clinico va ripetuto in altri centri indipendenti.
6) Il farmaco deve migliorare in maniera reale le condizioni del paziente, e quindi bisogna valutare oltre ai benefici anche gli effetti collaterali.
Ovviamente l'obiettivo non è decidere se il nuovo farmaco è inferiore o superiore a quelli già disponibili, ma valutare se è efficace per il miglioramento della salute del paziente. Insomma, è fondamentale che i servizi sanitari europei si basino sui risultati di una ricerca clinica libera e indipendente!
Per chi volesse esercitarsi divertendosi: http://www.ecranproject.eu/it/content/giocasul-serio