Filosofia Hegel e Marx

Salve, sapreste spiegarmi il concetto di storia per Hegel? Inoltre vorrei sapere i due diversi punti di vista secondo Hegel e Marx sul tema del lavoro. Grazie mille!!


il 26 Gennaio 2016, da Daria Ciotti

Matilde Quarti il 29 Gennaio 2016 ha risposto:

Ciao Daria, per Hegel la storia è "lo svolgimento dell'idea universale dello spirito", in una serie di stadi razionali, quindi non casuali ma che accadono secondo una provvidenza a loro intrinseca. Lo spirito del mondo è il soggetto della storia e si manifesta negli spiriti dei popoli. Le varie realizzazioni statali, dunque, si avvicendano in vista di un fine ultimo: la libertà. Possiamo riconoscere nella storia del mondo tre momenti: quello delle società orientali, in cui vi è un solo uomo libero, quello delle società greca e romana, in cui pochi sono liberi, e infine quelli delle società cristiano-germanico, in cui tutti sono liberi. Alla storia del mondo si lega il concetto di "astuzia della ragione", secondo cui gli uomini, con le loro focose passioni e il loro fulgido intelletto, sono strumento della ragione e servono quindi in funzione di un piano provvidenziale. In questo contenuto trovi una spiegazione più approfondita della filosofia della storia hegeliana: https://library.weschool.com/lezione/fenomenologia-dello-spirito-hegel-riassunto-spirito-oggettivo-assoluto-12236.html Invece, per quanto riguarda la domanda sul lavoro, per Hegel il lavoro risponde a quell'appetito che la coscienza ha per le cose del mondo dando luogo ad un incessante ed insaziabile ciclo per cui alla soddisfazione del desiderio succede un nuovo desiderio. Alla questione dell'appettito si lega la dialettica servo-signore: il signore, che ha vinto la paura della morte e può quindi soddisfare ogni suo appettito, si rapporta ad essi tramite l'azione del servo, ponte tra lui e la soddisfazione degli appetiti. Per contro il servo, che per aver avuto paura della morte è ora assoggettato al signore, ha anche però, attraverso l'esperienza della paura del nulla, mutato il suo rapporto con la natura, che ora è diretto, non mediato come nel caso del signore, e si traduce in apettito trattenuto: il lavoro. Il lavoro quindi da un lato libera il servo dal ciclo del desiderio, e dall'altro lo libera dalla paura che lo asserviva al signore. Per quanto riguarda Marx, invece, concepisce il lavoro come processo di alienazione all'interno della società capitalista: la società stessa, infatti, per Marx si basa sui rapporti di produzione. Il lavoro produce ricchezza e il lavoratore, in quanto mezzo per produrre tale ricchezza, è esso stesso merce e finisce per vivere e morire nel e per il lavoro. La rivoluzione proletaria di Marx, allora, si inserisce proprio in questo contesto: liberare l'uomo dall'alienazione (per approfondire ti segnalo questo video: https://library.weschool.com/lezione/riassunto-pensiero-marx-feuerbach-hegel-economia-sovrastruttura-7414.html e questo testo: https://library.weschool.com/lezione/alienazione-marx-engels-manoscritto-economico-filosofici-7466.html ) In estrema sintesi: per Hegel il lavoro è un processo di liberazione, mentre per Marx è un processo di alienazione e sottomissione. Spero di esserti stata utile, ciao!