iperbato
quali sono gli iperbati presenti nella poesia?
il 02 Giugno 2017, da Martina Lazzarini
L'iperbato è una figura retorica che rompe l'ordine sintattico per inserimento di un inciso tra due sintagmi correlati. Differisce dall'anastrofe, che prevede, unicamente, l'inversione di questo ordine. Passiamo ora, però, alla poesia in questione. Andrò ad individuare, nei versi del Pascoli, sia anastrofi che iperbati, così che tu possa evincerne la differenza. ---- Al 3° verso, “sono intorno nate” → iperbato ( “intorno” è l'inciso ); al 6° verso, “che al ceppo delle querce agita il vento” → anastrofe ( ripristinando l'ordine naturale, “che il vento agita al ceppo delle querce” ); al 9° verso, “ch'erbose hanno le soglie” → qui, risulta assai labile la distinzione tra iperbato ed anastrofe; propendo per l'anastrofe ( ripristinando l'ordine naturale, “che hanno le soglie erbose” ); tra il 16° e il 17° verso, “ma c'era d'autunno ancora qualche mazzo rosso” → anastrofe ( ripristinando l'ordine naturale, “ma c'era ancora qualche mazzo rosso d'autunno” ); tra il 18° e il 19° verso, “qualche fior di primavera bianco” → iperbato ( “di primavera” è l'inciso ); tra il 19° e il 20° verso, “sui rami nudi il pettirosso saltava” → anastrofe evidente ( ripristinando l'ordine naturale, “ il pettirosso saltava sui rami nudi” ); tra il 20° e il 21° verso, “la lucertola il capino mostrava” → anastrofe ( ripristinando l'ordine naturale, “la lucertola mostrava il capino” ); tra il 23° e il 24° verso, “ognuno manda da una balza la sua cometa” → anastrofe poco incisiva ( ripristinando l'ordine naturale, “ognuno manda la sua cometa da una balza” ); al 27° verso, “tra un lungo dei fanciulli urlo” → iperbato, a prolungare la durata dell'urlo ( “dei fanciulli” è l'inciso ); tra i versi 31°, 32° e 33° “e i piedi trepidi e l'anelo // petto del bimbo e l'avida pupilla // e il viso e il cuore, porta tutto in cielo” → anastrofe forte ( “porta tutto” va ricollocato davanti ai numerosi complementi oggetto ); al 34° verso, “già come un punto brilla” → anastrofe ( ripristinando l'ordine naturale, “già brilla come un punto” ); tra il 40° e il 41° verso, “A uno a uno tutti vi ravviso, o miei compagni” → anastrofe ( ripristinando l'ordine naturale, “o miei compagni, vi ravviso tutti a uno a uno” ); tra il 41° e il 42° verso, “che abbandoni su l'omero il pallor muto del viso” → anastrofe ( ripristinando l'ordine naturale, “ che abbandoni il pallor muto del viso su l'omero” ); al 43° verso, “dissi sopra te l'orazioni” → anastrofe ( ripristinando l'ordine naturale, “dissi l'orazioni sopra te” ); tra il 44° e il 45° verso, “che al vento non vedesti cader che gli aquiloni” → anastrofe ( ripristinando l'ordine naturale, “che non vedesti cader che gli aquiloni al vento” ); al 46° verso, “tu eri tutto bianco, io mi rammento” → segnalo prolessi, caso particolare di anastrofe, all'interno delle figure retoriche di ordine sintattico; tra il 50° e il 51° verso, “stringendoti sul cuore il più caro dei tuoi cari balocchi” → anastrofe molto debole + iperbato, “caro – cari” ( ripristinando l'ordine naturale, “stringendo il più caro dei tuoi cari balocchi sul cuore”; il verbo transitivo vuole subito dopo il complemento oggetto ); al 53° verso, “la sua stringendo fanciullezza al petto” → iperbato ( “stringendo” è l'inciso ); al 54° verso, “come i candidi suoi petali un fiore” → anastrofe ( ripristinando l'ordine naturale, “come un fiore i candidi suoi petali” ); tra il 62° e il 63° verso, “che poi che fredda giacque sul guanciale, ti pettinò co' bei capelli a onda” → prolessi, vedi infra; tra il 63° e il 64° verso, “ti pettinò co' bei capelli a onda tua madre” → anastrofe ( ripristinando l'ordine naturale, “tua madre ti pettinò co' bei capelli a onda” ). ---- Ho rintracciato anastrofi ed iperbati praticamente in ogni terzina; questo a sottolineare l'intento del poeta, atto a frantumare l'ordinamento del periodo, sull'esempio degli aquiloni in volo, mossi, disordinatamente e “a caso”, dal vento. Detto ciò, porgo i miei saluti, con la speranza di esser stato utile. Buona serata.
P.S. A volte è assai difficile identificare una figura retorica, affine ad altre, all'interno di un componimento, solo per una, magari poco percettibile, sfumatura differente; l'importante, in questi casi, è comprendere l'effetto ricercato dall'autore. Ciao. - Apollonio Rodio 02 Giugno 2017