La scrittura è dunque un mestiere?

Essenzialmente, se ho capito bene, si tratta di scrivere sempre e solo ‘altrove’ rispetto al lavoro, rispetto a se stessi. Scrivere non può essere una vera occupazione dunque?


il 06 Novembre 2014, da Giuseppe Schiavone

Matilde Quarti il 06 Novembre 2014 ha risposto:

Ciao Giuseppe, secondo la mia interpretazione quello che Gianni Celati volesse dire sia che nella sua esperienza aveva bisogno di affrontare la scrittura da "stanco" perché la stanchezza porta con sé una rilassatezza, anche di pensiero, che permette alle parole di fluire più spontaneamente, con meno barriere autoimposte. Ma in ogni caso questo è solo un consiglio, un'esperienza personale, credo che ogni autore si ponga nei confronti della scrittura in modo diverso rispetto alle sue esigenze personali e al suo carattere. L'approccio di alcuni autori può essere simile a quello di Celati, così come altri ne avranno uno opposto (per esempio Virginia Woolf si metteva a scrivere sempre la mattina). Per quanto riguarda il "lavoro" penso che il problema non stia nella scrittura stessa quanto in un complesso intreccio di casistiche editoriali/sociali/culturali ed economiche per cui è ad oggi davvero difficile riuscire a vivere unicamente scrivendo. Alcuni ci riescono, ma molti autori di ottimo livello sono costretti ad affiancare questa attività ad altre più remunerative. Del resto le mie sono solo opinioni, ma spero possano essere utili per un'ulteriore riflessione ;) Ciao!