Perché la concezione che Verga ha della vita agreste è definibile "idillica"?

Ho scritto negli appunti che Verga riprende l'idea di idillio agreste, e che in questo è influenzato dal pregiudizio romantico sulla distinzione fra prima e seconda natura. Tuttavia non mi sembra che Verga rappresenti il mondo rurale come idillico: non manca di sottolinea come la vita di pescatori/contadini sia infernale, rischiosa, durissima...mi sembra che la differenza stia nella loro cultura, che li spinge ad accettare come inevitabili le loro sofferenze,distogliendoli dalla "bramosia" del benessere e consentendo loro (in parte) di coltivare gli affetti familiari...però io non la definirei una vita felice. In che senso quindi l'idillio? Grazie :)


il 23 Dicembre 2014, da Margherita Cusmano

luca ghirimoldi il 05 Gennaio 2015 ha risposto:

Ciao Margherita, se Verga recupera il concetto romantico di idillio campestre, è tuttavia giusto precisare che la sua è una ripresa che sfocia nel capovolgimento se non nella sconfessione completa di questo topos letterario. Se, in generale, nella sensibilità romantica la campagna è spesso il luogo protetto dalle tensioni e dalle difficoltà della vita moderna, in cui recuperare il rapporto sincero e spontaneo tra l’uomo e la Natura (una sorta di Eden), in Verga e in buona parte della narrativa verista questo principio cade. Lo snodo fondamentale è quello dell’apertura alla rappresentazione del mondo meridionale e dell’avvicinamento progressivo - dopo gli esordi “romantici” e alla moda de “I carboanri della montagna”, “Una peccatrice”, “Storia di una capinera” fino a “Tigre reale” o “Eros”; trovi vari contributi all’interno del nostro corso - alla poetica del realismo, sulla scia del Naturalismo francese (Flaubert, e soprattutto Zola). In questo senso, un passo fondamentale è la novella “Nedda” (https://library.weschool.com/lezione/verga-nedda-riassunto-e-analisi-4994.html) e la raccolta “Primavera”, che sono il preludio alla complessa operazione (linguistica, poetica ed ideologica) di “regressione” (secondo la terminologia coniata dal critico Guido Baldi) al livello della mentalità popolare. All’interno di questo processo, si mette in luce come quello dell’idillio campestre sia - da fatto - un’illusione del pubblico borghese, che nulla sa delle reali condizioni degli strati più bassi della popolazione. L’importanza di questo tema - il capovolgimento dell’idillio campestre - è messo in luce dalla frequenza con cui torna nei testi programmatici di Verga, come le prefazioni delle sue opere, come “Nedda”, “Fantasticheria” (https://library.weschool.com/lezione/fantasticheria-riassunto-e-commento-5124.html), o “L’amante di Gramigna” (https://library.weschool.com/lezione/l-amante-di-gramigna-di-giovanni-verga-prefazione-5249.html), fino alla Prefazione dei Malavoglia (https://library.weschool.com/lezione/prefazione-malavoglia-di-giovanni-verga-analisi-e-commento-5281.html). Ovviamente la questione è molto ampia, ma spero di aver risposto almeno in parte alla tua domanda. Buona giornata! :)