SINTASSI DELL'INFINITO
Professore, buonasera. Sto "dimostrando" l'esistenza di una sola struttura sintattica nel testo da portare in classe ai miei ragazzi. A tal fine ho un dubbio: 1) Considerando "come" congiunzione temporale, gli ultimi versi introdotti dal "così" verrebbero considerati parte di una coordinata per asindeto; 2) Se, al contrario, considerassi " come" e "così" congiunzioni correlative? In tal modo mi sembrerebbe ancor più sottolineato, anche sintatticamente, la relazione fra i due atti. Grazie Roberta Casarini
il 03 Marzo 2015, da ROBERTA CASARINI
Salve Roberta, grazie per la domanda; direi che le due letture possono andare insieme, sottolineando ulteriormente l’unità e la continuità (sintattica, stilistica, immaginativa) de “L’infinito”. In più edizioni si spiega che il “come” può avere sia una sfumatura temporale (“quando, appena”) sia una sfumatura modale o correlativa, tanto più che l’operazione mentale del poeta è esattamente quella del “comparare” (v. 11) e che si istituisce un’analogia profonda tra la sua sensibilità e lo spazio naturale (sul confronto tra interno-esterno nella cultura romantica europea è nota l’analisi in J. Lotman - B. Uspenskij, “Tipologia della cultura”, Milano, Bompiani, 1975). Se è interessata a un’analisi sull’unità di tutto il componimento (con un’attenzione particolare alla dimensione temporale, all’evocazione delle sensazioni e al confronto con lo Zibaldone) un’ottima fonte è la lettura di Luigi Blasucci (L. Blasucci, “Paragrafi sull’Infinito”, in «Italianistica», gennaio-aprile, 1980 e poi in Leopardi e i segni dell’infinito, Bologna, Il Mulino, 1985). Altri saggi molto interessanti sono quelli di M. Picone, L’infinito di Leopardi e il mito di Ulisse, in «Lettere Italiane», XLI, 1989; E. Gioanola, Leopardi, la malinconia, Milano, Jaca Book, 1995. Qui su Oilproject - ma probabilmente li avrà già visto - c’è un video di analisi di Andrea Cortellessa (https://library.weschool.com/lezione/l-infinito-di-leopardi-analisi-e-commento-1284.html) e un testo di approfondimento a cura di Marco Balzano (https://library.weschool.com/lezione/sempre-caro-mi-fu-quest-ermo-colle-infinito-zibaldone-leopardi-poetica-8568.html). Ci faccia sapere se l’analisi riscuote successo in classe! :) Un saluto e buona giornata PS: posso chiederle in che scuola insegna? Grazie ancora
Professore, buon pomeriggio. Grazie della risposta. Dal ritardo con cui scrivo, immaginerà che in classe c'è stato un lungo dibattito e una riflessione sulle proposte di analisi. La maggior parte dei ragazzi propende per la funzione modale o correlativa del "come". Ma lascio la parola ad alcuni di loro. Andeta Bushi: "Secondo me la proposizione 'E come il vento odo stormir ... piante' è una correlativa perché Leopardi paragona l'infinito silenzio alla voce degli alberi. Se, invece, fosse stata una frase temporale il paragone sarebbe più debole". Alessandro Harabagiu :"La correlativa rafforza il paragone fra il rumore del vento far le foglie al pensiero del poeta che si disperde senza meta". E qui, per Alessandro, l'analogia non è più fra l'infinito e il soffio del vento, ma fra la mente del poeta che si annulla nell'immensità. La ringrazio anche dei suggerimenti bibliografici, in particolare Blasucci che cercherò di reperire. Dimenticavo. La classe è una terza della secondaria di I grado. Una pluriclasse, per l'esattezza... che condivide le mie ore di insegnamento con una prima! Dai 9 ai 15 anni. Scuola dell'Appennino pavese. E, come avrà intuito dai cognomi, i miei allievi sono in prevalenza di origine straniera. Una ricchezza, mi creda! - ROBERTA CASARINI 15 Marzo 2015
Salve Roberta, grazie mille per la testimonianza a nome di tutta la redazione! Ci fa moltissimo piacere scoprire che i suoi alunni si sono appassionati di Leopardi a partire da una nostra lezione; se volesse proporre altri contenuti in classe e ci fossero domande o curiosità, siamo a sua disposizione (nei limiti delle nostre conoscenze!). La ringrazio davvero; un saluto e buon lavoro! - luca ghirimoldi 16 Marzo 2015
Ringrazio della disponibilità. Inutile aggiungere che ormai, in classe, sono "ferma" a Leopardi e i ragazzi non vogliono studiare altro... (e meno male!). Manderò a giorni una poesia composta da un allievo, con forma metrica e lessico in autentico stile leopardiano. - ROBERTA CASARINI 24 Marzo 2015