Vorrei un tuo commento in merito a questa citazione di Platone nela sua opera la repubblica soprattutto in relazione all idea di libertà

Quando i figli presumono di essere uguali ai padri, quando i maestri tremano davanti agli scolari anziché guidarli, quando si disprezzano le leggi e non si sopporta più alcuna autorità, allora è segno che sta per cominciare la tirannide"


il 25 Febbraio 2017, da Davide De Leo

Apollonio Rodio il 26 Febbraio 2017 ha risposto:

Provo a dare un'interpretazione, in tutta umiltà. Trovandoci di fronte ad una citazione, tratta dalla "Repubblica" di Platone ( "Res publica" sarebbe stata, per certi versi, una resa migliore del termine Πολιτεία; ma non è questo il frangente di discussione ), vi sarà certamente un risvolto politico nelle parole che si leggono qui sopra. Platone va affermando un caposaldo del suo pensiero, ossia la corrispondenza tra tirannide e degenerazione della democrazia. Il potere delle masse, affermatosi con la forza dei numeri, con giochi demagogici e allettanti promesse, con il sovvertimento dell'ordine e delle regole, non può che avere, come risultato, una deriva anarchica e oclocratica, sfociante, in ultimo, nella tirannide. Si assumano come paradigma lampante i diversi totalitarismi del '900, spesso nati con e dal consenso delle folle. La mancanza di ordine, il diniego delle regole, l'affermazione tramite il sopruso, non possono equivalere a libertà: nelle intemperie di uno stato caotico delle cose, si appresta la più grave lesione della libertà, con l'insorgere di interessi personali, egoistici, distruttivi e auto-distruttivi. L'assenza di guide, di insegnamenti e di precetti indirizzanti non può rappresentare una forma di giovamento: cosa accadrebbe se ognuno di noi cercasse di far valere da sé il proprio volere ? Occorrono, pertanto, delle figure e dei "segni" che tutelino la libertà e un organico più ampio del singolo individuo, la comunità ( la polis ), nata appunto per il soddisfacimento dei bisogni di ciascuno. La consapevolezza di necessitare dell'altro e il rispetto, insisto, dell'altro sono presupposti irrinunciabili, e niente affatto limitanti, alla libertà del singolo e del gruppo. I figli devono, pertanto, rispettare i padri, gli allievi i maestri, i cittadini le leggi, e così via, per il raggiungimento della piena realizzazione di sé, del benessere comune, della libertà e del Bene ( nell'ottica di Platone ). --- Il commento che richiedi è, senza ombra di dubbio, impegnativo e prolifico, per cui non pretendo di aver esaurito la questione in così poche righe. Sono aperto, perciò, ad ulteriori interventi e scambi di vedute: magari, puoi metterti in gioco anche tu, in un amichevole e proficuo confronto. Solo, in questo modo, è possibile toccare il cuore della discussione e arrivare ad una chiara comprensione. Cari saluti, Apollonio Rodio.

Davide De Leo il 26 Febbraio 2017 ha risposto:

Apollonio rodio prima di tutto mi scuso per lo strafalcione nel titolo della domanda. Voglio davvero ringraziarti per la risposta che mi hai dato e che per me è più che esauriente .Tuttavia non posso non accettare il tuo gentilissimo invito ad approfondire la questione.Io avevo pensato, oltre ai vari aspetti riguardanti il pensiero di Platone, ad andare oltre e cercare di rispondere anche guardando al presente. Ho molto apprezzato il tuo inciso sui totalitarismi del '900 e ho pensato a questo proposito anche alla possibile relazione cultura -libertà .In un certo senso infatti è proprio l istruzione, la cultura che ci rende consapevoli del nostro ruolo nella società, ci fa capire l' importanza e il valore della libertà, i sacrifici fatti per conseguirla ed è stata proprio la mancanza di cultura,l 'ignoranza a favorire l ' ascesa delle dittature , delle varie " tirannidi".Da studente del liceo spero di non essere stato troppo banale, so di aver detto poco ma vorrei sapere la tua sul rapporto cultura -libertà e continuare questo nostro piccolo dialogo "socratico".


Riguardo al concetto da me espresso, ho trovato, in Internet, il seguente articolo "Alexis de Tocqueville tra democrazia ed individualismo", dal sito www.istitutodipolitica.it - Riflettendo sull'argomento, mi è, infatti, pervenuta alla memoria la figura di Alexis de Tocqueville, uomo politico e grande pensatore del primo Ottocento, che, più di altri, ha analizzato i perigli insiti nella democrazia e nelle sue forme degenerate ( "tirannia della maggioranza" ). A tal proposito, se hai interesse nell'approfondire il discorso sul rapporto uguaglianza-democrazia-libertà, raccomando lo studio di questo illustre personaggio e, in particolare, la lettura de "La democrazia in America". Sul punto da te sollevato, invece, preferisco concedermi ancora del tempo per documentarmi e poter rispondere, con maggior competenza: di fatto, pensavo alla valutazione fatta dagli autori latini, Tacito e Quintiliano, sulla relazione tra cultura ( arte oratoria, nello specifico del caso ) e libertà politica. Però mi piacerebbe estendere il ventaglio sul contemporaneo, come da te richiesto. Nuovamente saluti, Apollonio Rodio. - Apollonio Rodio 27 Febbraio 2017

Davide De Leo il 27 Febbraio 2017 ha risposto:

A proposito di tucidide ti lascio questo piccolo passo"....noi Ateniesi o giudichiamo o, almeno, ponderiamo convenientemente le varie questioni senza pensare che il discutere sia un danno per l'agire, ma che lo sia piuttosto il non essere informati dalle discussioni prima di entrare in azione ......." ( Tucidide, II, 31-11).Mi ha colpito perché dal mio punto di vista il "non essere informati "può essere inteso come una mancanza di formazione culturale, di istruzione. Mancanza che ha inciso molto sul "libero " arbitrio delle persone come hai giustamente sottolineato tu nella prima risposta. Scusa se insisto sulla questione, prenditi tutto il tempo necessario, anch'io cercherò di approfondire dal canto mio.Grazie mille per la pazienza e cordiali saluti. (P.s. grazie anche per il sito che mi hai lasciato,è stato una risorsa preziosissima che mi sarà molto utile anche per lavori futuri )


Conosco l'estratto da te proposto: l'espressione fa riferimento al modus operandi peculiare del popolo ateniese: il dibattito, la discussione prima dell'azione. Viene, infatti, affermata, l'imprescindibile necessità della libertà di parola e di espressione, tra uomini liberi ( esclusi bambini, donne, meteci e stranieri - una democrazia, quella ateniese, con molte restrizioni; un abbozzo immaturo di democrazia, direi ). La possibilità di un libero confronto costituisce ( per gli Ateniesi ) la base per un corretto agire ed un retto amministrare. Poi, come giustamente hai notato, si può inserire pure il discorso della cultura, della formazione e, qui, Platone docet ( tutto la sua opera è volta alla formazione dell'uomo politico, anche, nella pratica più stretta: si veda il tentativo di istruire rettamente il tiranno di Siracusa ). In merito, dovrei possedere delle cose interessanti: proverò a cercarle e, appena possibile, ti espongo tutto. Saluti. - Apollonio Rodio 28 Febbraio 2017

Apollonio Rodio il 03 Marzo 2017 ha risposto:

Carissimo, non mi sono dimenticato di te e della questione che hai sollevato. Ho avuto svariati problemi e mancanza di connessione alla rete, per cui ti chiedo di pazientare ancora un po'. Appena possibile, metterò carne al fuoco, continuando nella mia risposta. Saluti, Apollonio Rodio.


Mi dispiace non adempiere quanto promesso, ma sono malato e ho svariati problemi, che mi impediscono di risponderti come si deve. Con le più sentite scuse, buona serata. - Apollonio Rodio 17 Marzo 2017