Introduzione
Albert Camus (1913-1960) pubblica Lo straniero (L’étranger) nel 1942 per la casa editrice francese Gallimard. Il romanzo, che fa parte del ciclo dell’assurdo (in cui si trovano anche il saggio Il mito di Sisifo e le opere teatrali Caligola e Il malinteso), è narrato in prima persona da Patrice Meursault, che riporta le proprie vicende con uno stile neutro e distaccato. Meursault è “straniero” rispetto al mondo che lo circonda e alla società borghese di cui non abbraccia né i valori né la morale. La radicale percezione dell’assurdità dell’esistenza umana (con accenti più netti ed estremi che nel successivo romanzo di Camus, La peste) e l’alienazione sociale fanno di Meursault un antieroe che attraversa l’esistenza passivamente ma con una paradossale sincerità, che si traduce in lui nella totale assenza di emozioni 1. L’assenza di senso della vita, per Meursault, non è però un fatto individuale ma una legge che, implacabilmente, coinvolge ogni essere umano, che, in tal senso, è già “condannato” in vita.
Riassunto
Meursault è un giovane impiegato di Algeri che vive la sua esistenza tra apatia e disinteresse. Una mattina scopre da un telegramma che l’anziana madre, residente all’ospizio di Marengo, presso Algeri, è morta. Senza palesare emozione alcuna, Meursault va all’ospizio, si rifiuta di guardare il cadavere della madre e ne resta anzi a debita distanza durante la veglia notturna, mentre gli altri amici e ospiti del ricovero vanno a porgere l’ultimo saluto alla donna. Il suo atteggiamento suscita lo stupore dei presenti e Meursault avverte con disagio gli sguardi che gli vengono rivolti. Il giorno dopo, ai funerali, non versa una lacrima e, nella sua narrazione in prima persona, si concentra sul caldo che lo soffoca e sui movimenti di uomo chiamato Perez che, a quanto sostengono scherzosamente gli altri ospiti dell’ospizio, era il “fidanzato” della madre.
Meursault torna quindi al lavoro e notando che il suo capo è infastidito dai suoi giorni di assenza decide di allontanarsi e andare al porto a nuotare. Sulla spiaggia incontra Marie, una ragazza che lavorava nel suo ufficio: i due passano la giornata insieme e la sera vedono un film al cinema prima di trascorrere la notte insieme. Il giorno seguente Meursault si ferma a pranzare con un vicino, Raymond Sintès, noto per loschi giri di prostituzione. Questi gli chiede se sarebbe disposto atestimoniare in suo favore di fronte alla polizia: egli infatti ha malmenato la sua amantee teme le reazioni del fratello di lei. Meursault testimonia in suo favore, nonostante Raymond picchi la donna una seconda volta. Raymond invita così Meursautl, insieme Marie, a una gita presso la proprietà che alcuni amici hanno sulla spiaggia. In quest’occasione Marie chiede a Meursault di sposarla e l’uomo, mostrando solo indifferenza, le dice di non amarla.
Mentre Meursault e Raymond passeggiano da soli sul lungomare incontrano due arabi, uno dei quali è proprio il fratello della donna di Raymond. L’incontro è turbolento e dalle parole gli arabi passano alle mani. Uno dei due con sé ha un coltello e Raymond viene ferito al viso, poi i due arabi si allontanano. Più tardi Meursault si trova da solo in spiaggia e vede avanzare verso di lui uno dei due uomini. L’uomo stringe tra le mani il coltello e Meursault, accecato dalla luce e con il sole che batte a picco su di lui, non riesce a capire le sue intenzioni. Temendo che questi voglia attaccarlo, Meursault impugna la pistola che aveva precedentemente preso a Raymond proprio per evitare mosse inconsulte dell’amico e spara: l’arabo cade al primo colpo ma Meursault spara ugualmente altri quattro colpi sul cadavere.
Meursault viene così arrestato e al processo per omicidio il suo atteggiamento impassibile ed apparentemente indifferente nei confronti di quanot ha fatto non fa che aggravare la sua posizione. Egli infatti, non solo non si dimostra pentito ma anzi ammette senza problemi di aver sparato a causa della forte luce; inoltre, il comportamento ostentato durante i funerali della madre, come emerso nel corso dell’indagine della polizia, contribuisce ad aggravare la sua condizione. Meursault viene condannato a morte (l’Algeria è una colonia francese e l’utilizzo della ghigliottina come strumento di morte è pertanto legale).Durante la prigionia rifiuta tre volte l’estrema unzione, ma alla fine decide di lasciar entrare nella sua cella il cappellano. Nonostante i discorsi del religioso lo irritino profondamente, dopo la visita Meursault riesce finalmente ad accettare la sua vita e quello che gli sta per capitare. Così, nella notte, Meursault trova finalmente la pace e accetta il suo destino, nonostante sia consapevole dell’insensatezza delle cose del mondo.
1 Sintomatica la prima frase del romanzo: “Aujourd'hui, maman est morte. Ou peut-être hier, je ne sais pas”; ovvero: “Oggi la mamma è morta. O forse ieri, non so”.