Analisi delle principali opere statuarie romane riproducenti il "Princeps" Ottaviano Augusto (27 a. C. - 14 d. C.).
Il primo reperto preso in esame è un busto risalente alla Battaglia di Azio (35-30 a. C.), periodo durante il quale Ottaviano ancora non aveva assunto il titolo di "Augusto".
Il ritratto- oggi conservato ai Musei Capitolini- è di tipo ellenistico: l'espressione del viso è tesa nella volontà di conquista del potere e di affermazione di se stesso (come suggeriscono le sopracciglia aggrottate), mentre i capelli sono raffigurati con la tipica acconciatura con ciocche mosse che si aprono a tenaglia.
Il famoso Augusto di Prima Porta, o Augusto Loricato, è una statua in marmo alta 204 cm, oggi visibile ai Musei Vaticani. Essa fu realizzata certamente dopo il 20 a. C., anno della vittoria del Princeps sui Parti e della riconsegna delle insegne di Crasso, evento rappresentato sulla corazza. Sono presenti numerosi elementi simbolici, come alcune personificazioni divine, che servono a conferire dignità morale al soggetto raffigurato.
L'Augusto con capo velato, o Augusto di via Labicana (strada dove fu rinvenuto), è databile tra il 10 e l'1 a. C. oppure all'inizio del I secolo d. C. ed è alto 217 cm. Augusto è ritratto mentre sta celebrando un sacrificio, con il capo velato da un lembo della toga. Si ritrova l'atteggiamento romano della "pietas": il volto appare sereno, pacato e austero.
La "Gemma Augustea", infine, è un cammeo molto probabilmente del 10 d. C.. Raffigura Ottaviano incoronato da Oicumene, personificazione delle civiltà dell'Impero: l'immagine è simbolo del dono universale concessogli di dominatore del mondo al posto di Giove, di cui assume le sembianze e gli attributi.
In collaborazione con VidLab (www.vidlab.it)
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