Introduzione
La leggenda vuole che La Certosa di Parma, monumentale romanzo storico, sia stato dettato da Stendhal (Marie-Henri Beyle, 1783-1842, autore anche de Il rosso e il nero) a un copista in soli 52 giorni, tra novembre e dicembre del 1838, anno prima della sua pubblicazione. L’ispirazione per il romanzo sarebbe stata suscitata da un libello sulla casata Farnese e su Alessandro Farnese in particolare, prima della sua nomina pontificia come Papa Paolo III. Infatti, sebbene Stendhal incentri il suo romanzo sulla Cittadella di Parma, è pur vero che dalla descrizione si evince che in realtà l’autore si stia riferendo a Castel Sant’Angelo a Roma, dove il vero Alessandro Farnese aveva dovuto scontare la pena alla prigionia in seguito a un rapimento amoroso.
La Certosa di Parma, ultimo romanzo di Stendhal, racconta una vicenda romantica (pur mostrando però già la crisi della stagione del Romanticismo) e rivela una volta di più la fascinazione dell’autore per l’Italia, luogo dell’anima in chiaro contrasto con la Francia bigotta della Restaurazione e del Congresso di Vienna.
Riassunto
Primo libro
Fabrizio del Dongo, figlio di una nobile milanese e di un soldato delle armate napoleoniche ospitato dalla donna in giovinezza, è un ragazzino aggressivo che allo studio preferisce le scaramucce con i figli degli abitanti di Griante, il paese sulle rive del Lago di Como in cui vive. La famiglia decide quindi di farlo studiare nel collegio dei gesuiti a Milano, ma anche qui Fabrizio non è incuriosito da nulla all’infuori delle imprese cavalleresche degli antenati. Torna quindi a Griante dove vive con la madre, il fratello maggiore Ascanio e una zia vedova che ancora non ha raggiunto i trent’anni, la contessa Gina Pietranera.
Presto si crea una frattura tra Fabrizio, fervente sostenitore di Napoleone e il padre “ufficiale” e il fratello, fermamente filoaustriaci. A diciassette anni Fabrizio, dopo aver saputo della fuga di Napoleone dall’isola d’Elba, decide quindi di lasciare la famiglia e scappa in segreto per raggiungere le armate napoleoniche in Belgio. Qui viene denunciato come spia a causa della sua origine italiana, ma riesce a fuggire dalla prigione grazie al sostegno della moglie di una guardia e a raggiungere la drammatica confusione della battaglia di Waterloo. Dopo la sconfitta, un generale lo incarica di difendere una locanda, ma Fabrizio viene ferito e alla fine della notte è costretto a scappare dal luogo in fiamme. Dopo quest’esperienza bellica fallimentare Fabrizio si reca a Parigi, dove riesce a entrare in contatto con la madre e la zia e dove scopre che sulla sua testa pende una denuncia per spionaggio fatta da Ascanio. Torna quindi a Griante per poi muovere verso Novara, dove incontra per la prima volta Clelia Conti, che pur avendo solo dodici anni è già estremamente fascinosa. Nel frattempo la zia Gina riesce a far cadere le accuse ai danni del nipote.
La zia, corteggiata dal conte Mosca, ministro del Principe di Parma, ha accettato di trasferirsi a Parma per fare vita di corte 1 come sua amante. Il conte Mosca è sposato, e quindi, per salvaguardarsi dai pettegolezzi, la zia sposa il vecchio duca di Sanseverina. A corte “la Sanseverina” diventa un personaggio molto influente e riesce a convincere Fabrizio a indirizzarsi alla professione ecclesiastica, grazie alla quale potrà far carriera all’interno della corte parmense. Fabrizio si trasferisce quindi a studiare a Napoli, per poi entrare a corte come monsignore, protetto dalla zia, che è segretamente innamorata del nipote. Fabrizio, poco incline al contegno che l’abito talare imporrebbe, si muove tra un amore e l’altro, sempre sotto l’occhio indagatore della nobildonna, le cui attenzioni nei confronti del nipote vengono notate dal conte Mosca. Fabrizio si invaghisce di un’attrice, Marietta Valserra, protetta di un altro attore, Giletti. Quando Giletti cerca di uccidere Fabrizio per difendere Marietta, il giovane monsignore, cercando di difendersi, finisce per uccidere il rivale. Fabrizio è così obbligato alla fuga: tra le varie destinazioni tocca anche Bologna, dove ritrova Marietta e ne diventa l’amante. Tuttavia Fabrizio è volubile e finisce per innamorarsi di un’altra donna, questa volta una cantante, anch’essa già corteggiata da un altro uomo. La situazione è la medesima: i due uomini si trovano a scontrarsi a duello e Fabrizio ferisce l’avversario.
Secondo libro
In ogni caso Fabrizio non riesce a scampare alla giustizia, complice anche l’intervento del Prinicipe di Parma, infatuato della Sanseverina e geloso del nipote fuggiasco. Sebbene la zia provi a convincere il Principe a graziare Fabrizio, questo fa in modo che egli venga imprigionato nella Fortezza di Parma, ma, per sembrare magnanimo agli occhi della donna, contribuisce a ridurgli la pena da vent’anni a dodici. Figlia del governatore della Cittadella è però Clelia Conti, ormai diciassettenne, che, infatuatadi Fabrizio, decide di aiutarlo a sopravvivere alla prigione, dove il monsignore rischia la morte a causa dei tentativi di avvelenamento orchestrati dal Principe, che lo odia profondamente.
Nonostante la reclusione, Fabrizio riesce a comunicare con Clelia grazie a un astuto trucco: la finestrella della cella, infatti, affaccia in direzione del palazzo del governatore, dalla cui uccelliera Clelia può quasi parlare a Fabrizio. Per la prima volta il ragazzo si rende conto di provare un amore autentico per qualcuno. Anche la Sanseverina, dall’alto di una torre, riesce a inviare al nipote dei messaggi attraverso dei giochi di luce e delle lettere lanciate con una fionda nella finestra della cella. La Sanseverina, a conoscenza dei progetti di omicidio orditi dal Principe, vuole far fuggire il nipote dalla Cittadella, ma Fabrizio non vuole lasciare Clelia. La Sanseverina allora chiede a Clelia di far ragionare il nipote che, persuaso dalle parole della ragazza, accetta. Fabrizio fugge quindi dalla Cittadella approfittando di alcuni festeggiamenti delle guardie e viene portato in salvo a Locarno dagli uomini della Sanseverina. Qui la zia si rende conto che il nipote accusa molto la lontananza di Clelia, della quale è indubbiamente innamorato. L’interesse della zia per il nipote è morboso: convince infatti un amico medico, anch’egli innamorato di lei, a uccidere il Principe di Parma somministrandogli del veleno, e cerca di maritare Clelia al marchese Crescenzi. D’altronde la giovane ha fatto voto alla Madonna di allontanarsi per sempre da Fabrizio. A seguito della morte del Principe la Cittadella è sconvolta dalle rivolte, e il conte Mosca, che vuole riconquistare il favore della Sanseverina, riammessa a corte in qualità di dama della principessa madre, fa in modo di cancellare la condanna di Fabrizio, che per venir ufficialmente assolto deve sottoporsi a un processoe costituirsi nuovamente in prigione, sotto la giurisdizione del conte. Fabrizio vuole però rivedere Clelia e si reca quindi alla Cittadella, dove lo aspetta il padre di lei, il governatore Conti, che vuole vedere il giovane sconfitto poiché sui di lui era caduta la responsabilità per la fuga del ragazzo. Di nuovo quindi Fabrizio rischia di essere avvelenato, ma Clelia, a conoscenza dei piani del padre, riesce a raggiungere la sua cella prima che gli venga portato il pasto. Inoltre la Sanseverina ha acconsentito a diventare la favorita del nuovo Principe in cambio della grazia per Fabrizio. Avuta notizia delle trame contro il giovane, il Principe decide di deporre Conti dal suo incarico.
Fedele al suo voto e succube delle minacce della Sanseverina, Clelia si allontana nuovamente da Fabrizio, che torna invece a Parma dove viene nominato Eccellenza. Fabrizio non riesce però a mantenere le distanze con l’amata: dopo diversi tentativi, una sera la raggiunge sotto mentite spoglie e scopre tutta la verità sulla sua situazione, di cui non era ancora a conoscenza. Fabrizio trascorre quindi un periodo al convento di Velleja, dove affronta con difficoltà la mancanza della giovane. Torna quindi a Parma e ritrova Clelia, che ormai si è sposata con il marchese Crescenzi. La Sanseverina per contro, ormai vedova, per non essere costretta a diventare l’amante del Principe, si risolve a sposare il conte Mosca, con cui va a vivere a Napoli. Tocca quindi a Fabrizio, ormai nelle grazie della corte in quanto ecclesiastico, intercedere per la zia. I rapporti tra Fabrizio e Clelia, dopo l’ultima volta che si sono visti, si sono interrotti nuovamente, complice anche l’arrivo imminente del figlio che la donna porta in grembo. Le convinzioni di Clelia, però, vacillano allorché viene a conoscenza dei pettegolezzi circa una presunta relazione di Fabrizio con un’altra giovane. Riesce così a dargli un appuntamento segreto, durante il quale i due si confessano l’amore reciproco che hanno sempre provato.
Passano tre anni e dall’amore tra Clelia e Fabrizio nasce un bambino illegittimo, Sandrino, che è però cresciuto come figlio del marchese Crescenzi. Fabrizio vorrebbe che il bambino crescesse con lui e convince Clelia a mettere in atto un crudele piano: fingere che il bambino sia gravemente malato, durante la convalescenza affidarlo a Fabrizio e poi annunciarne la morte. Il piano viene portato a compimento, ma Sandrino si ammala realmente e muore. Distrutta e piena di sensi di colpa, Clelia si lascia morire. Ormai solo, Fabrizio abbandona la carica di arcivescovo e si ritira nella Certosa di Parma; dopo poco anche lui segue il destino di Clelia e del figlio. La Sanseverina, che ormai vive a Vignano, muore poco tempo dopo la notizia della dipartita del nipote. Unico sopravvissuto resta quindi il conte Mosca, tornato a Parma con grandi ricchezze.
1 In realtà il Principato di Parma non esiste, si tratta di una corte inventata da Stendhal per fini narrativi, ma realmente conforme, per estetica e situazioni descritte, alle corti dell’epoca.