Il business community model è un modello di business che, concentrandosi sulle moderne community (ma non solo quelle online...), punta a curarne non solo l’aspetto economico, ma anche le implicazioni sociali e culturali; e ciò vuol dire rivedere e riconsiderare tutte le proprie procedure di lavoro.
Bisogna innanzitutto considerare che ci sono molti tipi diversi di community: quelle locali (che si riferiscono ad un territorio geograficamente ben definito ed omogeneo), quelle costruite a partire dalle singole necessità di un gruppo di persone (creando ad esempio sinergie tra studi medici e farmacie...), quelle professionali, che raggruppano figure appartenenti ad un medesimo ordine o identificate da interessi simili tra loro, e, infine, le community on line, che (come vediamo ogni giorno...) hanno caratteristiche del tutto particolari (la facilità di raggiungimento per tutti, in confini non sempre definiti tra interazione tra i membri e business aziendale, il vasto mondo dei freemium). Vi sono poi le community “costruite” nel tempo dai membri stessi, in cui sono i prodotti offerti o venduti dai singoli partecipanti a comporre la “community”, basandosi sulla piattaforma comune di scambio (esemplare in tal senso il caso di Amazon)
Naturalmente, ad ogni community corrisponde non solo una tipologia di cliente, cui rivolgersi in modi e tecniche specifiche e assai ben definite, ma anche delle diverse possibilità d’impresa, consistenti nello sviluppare beni o servizi ad hoc per ogni situazione e per ogni “comunità”.