Capita di sentire alcuni manager spiegare come il successo di un’impresa si basi sull’equilibrio interno dell’ecosistema aziendale: una grande "barca" in cui tutti devono remare dalla stessa parte e nello stesso modo. E come dimenticare i sacchetti ecologici che stanno sostituendo le buste di plastica nei nostri supermercati?
Ecosistema, ecologia, biosfera sono concetti spesso usati in contesti lontani dal loro principale significato. Ma cosa si intende dire esattamente quando si usano questi termini?
Si definisce "biosfera" la parte del nostro pianeta abitata dai viventi, o più precisamente l’insieme delle zone dove le condizioni ambientali permettono la vita. Grazie all’evoluzione e alla grandissima adattabilità degli organismi, è possibile trovare la vita (in forme diversissime) anche in zone remote della Terra, dove le condizioni sono apparentemente insostenibili.
Questa illusione ci è data da una sottostima della complessità e della varietà di organismi e forme di vita che la natura presenta realmente.
La scienza che studia la biosfera e le sue caratteristiche è l’ecologia.
E’ bene distinguere questo concetto dalla comune interpretazione che viene data al termine ecologia, normalmente associato invece all’ambientalismo. Per ecologia si intende lo studio della complessità degli organismi viventi e delle interazioni tra loro. L’ambientalismo invece è quel movimento, nato negli anni ‘70 a seguito della pubblicazione del libro Silent Spring di Rachel Carson, che ha lo scopo di migliorare e preservare l’ambiente attraverso attività pubbliche ed educative.
Tornando alla biosfera, è evidente che la quantità e la varietà di organismi sono tali che risulta impossibile pensare di studiarli come un gruppo unico: per questo motivo sono stati creati dei raggruppamenti che raccolgono al loro interno i luoghi del pianeta caratterizzati da una certa condizione ambientale o climatica.
Questi insiemi sono chiamati biomi. I biomi possiedono una peculiare flora, legata principalmente al tipo di ambiente in cui si trovano (per esempio alberi sempreverdi in montagna o cactus nel deserto), la quale attira un particolare tipo di fauna. Sia la fauna che la flora sono perfettamente adeguate al bioma, poichè entrambe sono state selezionate nel tempo da processi evolutivi che ne hanno determinato le caratteristiche, le relazioni e gli equilibri.
I biomi d’acqua sono i biomi più estesi sulla Terra e possono essere suddivisi, in base al contenuto salino delle acque, in biomi d’acqua dolce (fiumi, laghi) e biomi d’acqua salata (mari, oceani).
I biomi di terra si classificano in base alle caratteristiche geografiche del luogo e al tipo di condizioni ambientali presenti. Per questo motivo ne esiste una grande varietà, dai biomi polari a quelli delle praterie, dalla giungla al deserto, dalla savana alla macchia mediterranea.
I biomi, a loro volta, possono essere suddivisi in aree più limitate, non più strettamente legate a caratteristiche climatiche (che dunque possono variare nel tempo), ma piuttosto collegate alle relazioni di stretta convivenza fra gli esseri viventi che le popolano (la cosiddetta componente biotica) e l’ambiente (componente abiotica). Questo insieme prende il nome di ecosistema.
Una relazione interna tipica tra gli organismi è la catena alimentare, ovvero quel complesso di interazioni tra organismi produttori e consumatori che permette il riciclo della materia organica. Questi equilibri sono tanto perfetti quanto spesso fragili.
Una leggera modifica a un sistema così complesso e delicato di relazioni (come per esempio l’immissione di una specie aliena, cioè non appartenente a quell’ecosistema e a quella catena alimentare) può mettere in pericolo tutto l’ecosistema.
Pensare agli ecosistemi come sistemi chiusi è dunque un errore. Si tratta di sistemi aperti complessi, che permettono l’ingresso e l’uscita di elementi (o flussi di energia) all’interno di un equilibrio dinamico tale da mantenerne invariate (entro un certo limite) le caratteristiche anche di fronte a perturbazioni.
Gli ecosistemi sono infatti stabili nel tempo, ma questo non significa che siano immutabili. Come per ogni singolo essere vivente, anche gli ecosistemi sono in grado di interagire fra loro, evolversi, modificarsi e adattarsi, ma per stabilizzarsi un ecosistema impiega parecchio tempo. Purtroppo (e sempre più spesso) gli ecosistemi non sempre riescono a far fronte a cambiamenti radicali (ambientali, climatici, o perturbativi in genere, come l’inquinamento), proprio a causa della velocità con cui questi avvengono.
La sensibilità ai temi ambientali non può prescindere dalla conoscenza di questi concetti di base che ci aiutano a pensare il mondo che ci circonda come un delicato sistema complesso di cui facciamo parte, sul quale le nostre attività devono tendere ad avere il minimo impatto possibile.