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Socrate: vita e fonti storico-letterarie

Socrate (Atene, 470 a.C./469 a.C. - Atene, 399 a.C.) non scrisse nulla. Ciò che sappiamo è ciò che ci dicono il commediografo Aristofane, lo storico Senofonte, i filosofi Platone e Aristotele.
 
I tratti in comune tra il Socrate di Platone e quello di Senofonte sono le caratteristiche più appariscenti: la sua resistenza, il suo autocontrollo, la povertà che lo distingue dai sofisti, che diventano le immagini della virtù conferita dalla vita filosofica. Aristotele ci aiuta a distinguere l’insegnamento autentico di Socrate dalle elaborazioni platoniche, attribuendo a Socrate l’identificazione di virtù e sapere, il ragionamento induttivo, la ricerca della definizione degli universali etici ed estetici: il bello, la giustizia, il coraggio, e così via. Il Socrate che nei dialoghi platonici ha questi tratti filosofici è il Socrate fedele all’imperativo delfico, "conosci te stesso", che smonta le tesi degli interlocutori senza proporne alcuna, e che sostiene che il suo unico sapere consiste in questo: nell’essere consapevole di non sapere e nel non presumere di sapere. E' proprio questo ciò a cui Socrate tenta di ricondurre anche i cittadini ateniesi, interrogandoli senza sosta e mettendo in luce la loro ignoranza e la loro presunzione di sapienza.
 
Jacopo Nacci, classe 1975, si è laureato in filosofia a Bologna con una tesi dal titolo Il codice della perplessità: pudore e vergogna nell’etica socratica; a Urbino ha poi conseguito il master "Redattori per l’informazione culturale nei media". Ha pubblicato due libri: Tutti carini (Donzelli, 1997) e Dreadlock (Zona, 2011). Attualmente insegna italiano per stranieri a Pesaro, dove risiede.