Il buio oltre la siepe, To Kill a Mockingbird in lingua originale, viene pubblicato dalla scrittrice Harper Lee nel 1960. La vittoria del premio Pulitzer gli conferisce fama immediata e il romanzo, l’unico pubblicato dall’autrice fino a Go Set a Watchman nel 2015 1, si inserisce fin da subito, per l’urgenza delle tematiche sociali trattate, nel dibattito politico statunitense. La vicenda, infatti, si svolge in Alabama negli anni ‘30, ai tempi, dunque, della segregazione razziale, presente in tutti gli Stati Uniti ma particolarmente feroce negli stati del sud.
Già dal titolo è possibile intuire che il grande argomento del romanzo è quella forma di pregiudizio che contribuisce soltanto a generare negli uomini paura e crudeltà infondate. La scelta del titolista italiano (il romanzo da noi viene pubblicato da Feltrinelli nel 1962), infatti, è ricaduta su una delle metafore portanti di tutto il testo: la paura dell’ignoto generata dall’ignoranza. Il titolo inglese invece si riferisce, con analogo intento, ad un’azione crudele e inutile come può essere l’uccisione di un’animale indifeso, in questo caso il mockingbird, o mimo, una specie di uccello simile a un grande passero, endemica del Nord America.
Per quanto riguarda i personaggi del Buio oltre la siepe, essi sono ispirati da parte della famiglia di Lee, nonostante molti aspetti del loro carattere siano in ogni caso frutto di fantasia. Anche i fatti trattati nel romanzo nascono dai ricordi d’infanzia di Lee, cresciuta nell’ambiente provinciale e chiuso di Monroeville, cittadina dell’Alabama.
Riassunto
Il buio oltre la siepe è ambientato nel periodo della grande depressione, tra il 1933 e il 1935, e segue le piccole avventure quotidiane di una bambina di sei anni orfana di madre, Scout, che vive con il padre, l’avvocato Atticus Finch, la governante afroamericana Calpurnia e il fratello Jem, di dieci anni, a Maycomb, una cittadina di provincia in Alabama. La vicenda si apre in estate, nel periodo di chiusura delle scuole, e vediamo Scout e Jem combattere la calura inventando giochi avventurosi con l’amico Dill 2, nipote di un vicino della stessa età di Jem che è venuto a passare le vacanze dallo zio. Spesso le loro scorribande li portano nei pressi della staccionata del vicino, Boo Radley, che è mentalmente fragile e non esce mai di casa poiché in passato ha combinato alcune azioni delinquenziali con un gruppo di amici poco raccomandabili arrivando a rischiare la detenzione in riformatorio. Pur non conoscendolo direttamente, Scout e Jem hanno paura di Boo: Atticus rimprovera duramente i figli per questo comportamento e vorrebbe che imparassero ad accettare il diverso senza preconcetti. Boo, inoltre, fa trovare ai ragazzi dei regali appoggiati ad un albero tra le due staccionate, ma questi non fanno mai in modo di ringraziarlo.
Arriva l’autunno e Scout va per la prima volta a scuola, ma l’impatto non è dei più felici. Scout infatti è una bambina risoluta, che preferisce quei giochi che dai suoi coetani vengono definiti “da maschi”, detesta studiare e finisce spesso per battersi a suon di pugni con gli altri bambini. Nonostante siano gli anni ‘30 Atticus accetta di buon grado che la figlia non si conformi ad un’ideale femminile preconfezionato e la fa crescere nella serena consapevolezza della propria individualità.
Nonostante Scout sia più volte testimone di comportamenti violenti contro la comunità nera di Maycomb, riesce a mantenere intatta la sua innocenza infantile, che sarà però destinata ad infrangersi a causa di un fatto di cronaca che arriva a coinvolgere direttamente la sua famiglia. Atticus, infatti, accetta di occuparsi della difesa di Tom Robinson, bracciante afroamericano, arrestato con l’accusa di violenza su una giovane donna bianca, Mayella Ewell. Mayella, che porta i segni di violenti colpi su tutto il corpo, in realtà è stata malmenata dal padre, l’alcolista Bob. Tuttavia il tribunale non accetta la difesa di Atticus, sebbene l’avvocato si basi su dati reali e non ci siano effettivamente prove contro Tom, ma condanna ingiustamente l’uomo. Se Atticus risulta già inviso alla razzista popolazione di Maycomb a causa della sua posizione nel processo, l’acredine degli stolti cittadini aumenta alla vista dei figli di Atticus, Scout e Jem, che assistono al processo dalla parte di sala riservata al pubblico nero con un Pastore afroamericano, il reverendo Sykes. I due bambini vengono dunque presi in giro e insultati dai loro coetanei e Scout cerca in tutti i modi di difendere l’onore del padre, rischiando anche di lasciar degenerare le prese in giro in rissa.
Sebbene Atticus sia risoluto a perorare la causa del suo cliente in appello, Tom è destinato a morire fucilato dalla polizia carceraria quando, disperando in una vittoria di Atticus, tenta inutilmente di evadere.
Alla situazione, già particolarmente tesa, si aggiunge la sete di vendetta di Bob Ewell, la cui crudeltà è stata sbugiardata da Atticus durante il processo, nonostante l’esito per lui positivo. La sera di Halloween il vecchio tenta infatti di uccidere Scout e Jem (a cui riesce a rompere un braccio), che vengono salvati solo dall’intervento provvidenziale di Boo Radley, che nello scontro finisce per colpire mortalmente Bob con un coltello. Si scopre così che Boo era solito osservare i due Finch quando giocavano fuori dalle sue finestre, fantasticando di unirsi ai loro giochi e finendo per ritenerli, nella sua immaginazione, alla stregua di due amici.
Boo Radley è una brava persona, seppure con evidenti disturbi, così lo sceriffo di Maycomb, Tate, consapevole della crudeltà della vecchia vittima, decide di non incriminare Boo e derubricare la morte di Bob come un fatale incidente: l’uomo sarebbe inciampato sul suo stesso coltello.
Il romanzo si chiude con Scout che riflette su come debba essersi sentito Boo in tutti quegli anni passati ad osservare la vita attraverso una finestra senza parteciparvi veramente: la bambina, ormai cresciuta, capisce l’importanza degli insegnamenti di tolleranza del padre.
Commento
Il buio oltre la siepe è a tutti gli effetti un romanzo di formazione, narrato in prima persona dalla protagonista, ormai adulta. Si tratta infatti del percorso di crescita di Scout, che all’inizio della vicenda ha sei anni e guarda il mondo ora con innocenza ora con paura, come tutti i bambini: al termine della storia Scout avrà nove anni e gli eventi che ha dovuto attraversare l’avranno fatta diventare a tutti gli effetti una piccola adulta.
Attraverso l’esperienza dell’ingiustizia e della diversità, Scout modifica la sua percezione del mondo e Lee utilizza la parabola emotiva della sua protagonista per illustrare alcuni temi che al momento della pubblicazione, nonostante siano passati tre decenni dagli anni in cui è ambientato il romanzo, sono più vivi che mai: parliamo in particolar modo del ruolo della donna nella società e delle rivendicazioni dei diritti della popolazione afroamericana 3, a pochi anni dal rifiuto di Rosa Parks di cedere il posto in autobus a un uomo bianco e a fronte delle lotte di Martin Luther King e di Malcom X.
In particolare per lo sviluppo della tematica della segregazione razziale, Lee, nel costruire la vicenda di Tom Robinson, fa riferimento a un episodio di cronaca molto simile, realmente accaduto in Alabama durante la sua giovinezza, e alla drammatica morte di un adolescente afroamericano del Mississippi, Emmett Till, che nel 1955 viene torturato e ucciso per aver flirtato con una donna bianca.
La profonda divisione razziale che emerge dal testo e che non porta ad altro se non a distruzione e dolore, fa parte principalmente del mondo degli adulti, a cui Scout è costretta ad avvicinarsi suo malgrado: la perplessità della bambina, ancora priva di preconcetti razziali, è dunque il mezzo scelto da Lee per veicolare una dura critica sociale. Se, inoltre, la comunità bianca di Maycomb si contraddistingue per un razzismo cieco e senza possibilità d’appello, la comunità nera risulta più aperta, perlomeno nei confronti dei bambini. I piccoli Finch infatti, quando vengono isolati dai loro concittadini e coetanei, vengono accolti dalla comunità della Chiesa frequentata dalla governante Calpurnia, con cui assistono alla messa di Natale.
A questo aspetto si lega anche il discorso sulla tolleranza e l’accettazione del diverso che va a coinvolgere anche il vicino di casa dei Finch, Boo Radley, la cui diversità non consiste nel colore della pelle ma nel suo status sociale: Boo ha un evidente debolezza mentale e in passato è stato coinvolto in situazioni infelici. Il suo auto-isolamento spaventa Scout molto di più della differenza d’aspetto (d’altronde la bambina è cresciuta con Calpurnia) e la porta ad avere uno spontaneo moto di diffidenza che riuscirà a superare solo in virtù degli eventi.
L’altro argomento che abbiamo menzionato e che risulta davvero rivoluzionario nell’America degli anni ‘60, ancora molto chiusa socialmente, è quello sui ruoli di genere.
Scout, infatti, è una bambina, ma questo non le impedisce di avere delle caratteristiche che la portano ad essere definita “un maschiaccio”: si diverte ad inventare frenetiche avventure sempre nuove, le piace sporcarsi e fare la lotta e, nonostante sia molto intelligente, disprezza lo studio e ha un carattere focoso e impulsivo. Se il fratello Jem la prende in giro per questa scarsa femminilità, il padre Atticus asseconda invece le velleità della figlia con una modernità di vedute disarmante: sarà il tempo a forgiare il carattere di Scout e la sua femminilità non passa necessariamente per una gonna a pieghe.
Scout, d’altronde, è ancora bambina all’inizio del romanzo, ma le vicende che attraversa la accompagnano in quel difficile passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Alla bambina, nelle prime pagine del romanzo, viene spiegato che uccidere un mimo è una grave colpa, perché sono uccelli che non fanno male a nessun altro essere vivente e che, anzi, allietano con il loro canto. Scout, nei tre anni che seguono, scoprirà però che nella vita di tutti i giorni questa verità non viene rispettata e tante persone innocenti vengono fatte soffrire gratuitamente.
Se quindi Scout non ha davvero mai fatto esperienza della cattiveria e del male ed è portata a credere che le persone attorno a lei siano essenzialmente buone, finirà tuttavia per rendersi conto che a coesistere con il bene vi sono sempre il male, la paura e l’ignoranza e che questa è una verità ineliminabile dal genere umano.
Il passaggio finale, dunque, è quello dall’innocenza all’esperienza, ma la consapevolezza delle sfumature più oscure della realtà non mina la predisposizione d’animo di Scout, che nelle ultime pagine del romanzo riflette sulla necessità di mantenere sempre un comportamento tollerante e accogliente nei confronti del prossimo.
1 La pubblicazione di Go Set a Watchman, tradotto in italiano da Feltrinelli con Va’, metti una sentinella, pochi mesi prima della morte dell’autrice ormai da anni ospite in una casa di cure, ha dato adito a numerose critiche e perplessità. Il romanzo, infatti, sarebbe una prima stesura de Il buio oltre la siepe, ambientata anni dopo i fatti narrati nel celebre romanzo e con alcuni caratteri, anche in riferimento all’evoluzione psicologica dei personaggi, profondamente diversi rispetto al primo testo. Per questo motivo è stato ipotizzato un’intervento dell’avvocato di Lee nella decisione di pubblicare il testo a così tanti anni di distanza, ma la supposizione non è mai stata accertata, anche a causa della precaria condizione di salute di Lee.
2 Il personaggio di Dill è ispirato al celebre scrittore Truman Capote, amico d’infanzia di Lee.
3 I primi studenti afroamericani in un’università dell’Alabama saranno Vivian Malone Jones e James Hood, nel 1963, quindi tre anni dopo la pubblicazione del romanzo di Lee.