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Le fonti interne ed esterne del diritto commerciale

Come per gli altri rami del diritto, anche per il diritto commerciale è possibile determinare le fonti da cui scaturiscono le norme.

FONTI INTERNE

  1. La Costituzione italiana, dedica alcuni articoli alle tematiche commerciali, in particolare il 41 ("L'iniziativa economica privata è libera.[...]"), il 45 ("La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. [...]") e il 46 ("Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende.").
  2. Seguono poi le leggi ordinarie, tra cui rientra anche il Codice Civile del 1942 (libri IV e V); vi sono poi quelle leggi speciali che, per esempio, furono emanate per disciplinare alcuni settori giuridici (cambiale, assegno, brevetti etc...).
  3. Come fonti secondarie, invece, troviamo i regolamenti emanati da varie autorità competenti, come ad esempio la Commissione nazionale per le società e la borsa (CONSOB); delle fonti secondarie fanno anche parte gli usi o consuetudini che, in base all'articolo 8 delle preleggi, hanno importanza legislativa solo se vengono direttamente richiamati nel nostro ordinamento.

FONTI ESTERNE

Tali fonti vengono chiamate esterne perché dipendono dalla legislazione dell'Unione Europea: trattati costitutivi, regolamenti e direttive ne sono un esempio.

  • Trattati: dopo la Seconda Guerra Mondiale alcuni paesi dell'Europa occidentale stipularono accordi per disciplinare i settori dell'economia. I tre trattati alla base della formazione dell'attuale Unione Europea sono: il Trattato di Parigi del 1951 (nascita della Ceca - Comunità europea del carbone e dell'acciaio), il Trattato di Roma del 1957 (istituzione della Cee - Comunità economica europea) e il Trattato di Maastricht del 1992 (nascita della Ue - Unione europea). Le norme contenute in questi e altri trattati formano il cosiddetto diritto primario dell'Unione Europea.
  • Regolamenti: sono disposizioni self executing, cioè direttamente applicabili in ogni Stato membro.
  • Direttive: disposizioni alle quali gli Stati membri devono adeguarsi, cambiando la propria legislazione interna.
  • Altre fonti: ad esempio i principi del diritto comunitario e le sentenze della Corte di Giustizia europea.

Il diritto commerciale, ultimamente, è stato maggiormente influenzato dal diritto di origine comunitaria, dando vita al cosiddetto diritto commerciale europeo. Da questa evoluzione sono nate nuove entità giuridiche:

  • Il Gruppo europeo di interesse economico (Geie) che ha come obiettivo la collaborazione tra i soggetti (società, persone fisiche e altro), per consentire la formazione di un centro per l'imputazione dei rapporti giuridici.
  • La Società europea permette l'unione di più società di più Stati membri.
  • La Società cooperativa europea permette la creazione di nuove cooperative a livello europeo.

Tutto questo, in congiunzione con l'attuale globalizzazione, ha dato origine alla cosiddetta lex mercatoria: ovvero quel sistema globale economico in cui le regole vegono create da singoli gruppi economici, ovvero le lobby, al fine di tutelare i loro interessi). Il motore principale di questa situazione è stato la diffusione dei contratti atipici, cioè contratti non rientranti nei rispettivi codici e perlopiù su modello di origine americana (leasing, franchising, etc...).