Il capitolo XXXVI dei Promessi Sposi ritrova Renzo all’interno del lazzaretto in cerca di Lucia. Nel capitolo precedente il giovane ha incontrato fra Cristoforo che lo ha portato da don Rodrigo moribondo, incitando il giovane a riscoprire il perdono cristiano e a pregare per lui. Ora Renzo assiste alla predica di padre Felice e alla processione dei guariti prima e dei convalescenti poi, nella speranza di scorgervi Lucia, ma invano. A questo punto l’unica speranza rimasta al giovane è quella di trovare la sua Lucia quantomeno tra gli ammalati. Si avvia così, dopo aver pregato intensamente Dio, nel reparto delle donne. All’entrata di esso trova un campanello di quelli che i monatti tengono al piede e se lo infila per passare inosservato nel quartiere femminile e cercare la sua amata:
cominciò a scorrer con l’occhio, anzi a contemplar nuove miserie, così simili in parte alle già vedute, in parte così diverse: ché, sotto la stessa calamità, era qui un altro patire, per dir così, un altro languire, un altro lamentarsi, un altro sopportare, un altro compatirsi e soccorrersi a vicenda; era, in chi guardasse, un’altra pietà e un altro ribrezzo.
Appartato in un angolo per togliere il campanello dei monatti, che gli reca più impicci che benefici, sente improvvisamente la voce di Lucia:
Gli mancaron le ginocchia, gli s’appannò la vista; ma fu un primo momento; al secondo, era ritto, più desto, più vigoroso di prima; in tre salti girò la capanna, fu sull’uscio, vide colei che aveva parlato, la vide levata, chinata sopra un lettuccio. Si volta essa al rumore; guarda, crede di travedere, di sognare; guarda più attenta, e grida: - oh Signor benedetto! - Lucia! v’ho trovata! vi trovo! siete proprio voi! siete viva! esclamò Renzo, avanzandosi, tutto tremante.
L’incontro con Lucia non si rivela però come Renzo immaginava (e sperava) nei momenti difficili della lontananza: la giovine, pur soffrendo profondamente, non è disposta ad infrangere il voto di castità fatto alla Madonna, e dice a Renzo di dimenticarla e di andarsene, smettendo di torturarla coi suoi discorsi d’amore impossibili. Il giovane, che non si dà per rivinto, va in cerca di fra Cristoforo affinchè, con le sue parole di uomo santo, convinca Lucia della poca validità di un voto fatto in una condizione di confusione mentale dettata dal terrore, quale era quella in cui la ragazza l’aveva espresso. Fra Cristoforo insiste con la ragazza sul fatto che è già promessa a Renzo, e che quindi non avrebbe dovuto fare un voto che riguardava anche lui:
- Il Signore, figliuola, gradisce i sagrifizi, l’offerte, quando le facciamo del nostro. È il cuore che vuole, è la volontà: ma voi non potevate offrirgli la volontà d’un altro, al quale v’eravate già obbligata.
Così fra Cristoforo scioglie finalmente Lucia dal voto e augura ai due giovani innamorati tutto il bene di un amore profondo e di un matrimonio cristiano. Poi, dopo essersi assicurato che Lucia sia ben sistemata a Milano fino al momento del ritorno al paese, si congeda, insieme a Renzo che va in cerca di Agnese.