Il contributo di Canaletto e Bellotto per quanto riguarda l'uso della prospettiva in pittura è fondamentale: i primi tentativi di risolvere il problema della disposizione in profondità degli oggetti avvennero già nell’antica Grecia e in età romana, ma dobbiamo attendere Giotto per riscoprire la rappresentazione della terza dimensione e Brunelleschi per dare alla messa in prospettiva lo statuto di un metodo rigoroso.
All’epoca di Bellotto e Canaletto la prospettiva non ha quasi più segreti: i due maestri la padroneggiano al punto di piegarla alle loro esigenze pittoriche e se ne servono per mutare le dimensioni e le posizioni relative degli edifici. La meraviglia risiede nell’effetto di verosimiglianza di questi meccanismi, che viene incontro alle aspettative di visione dello spettatore.