La vocazione poetica nella Vita scritta da esso di Vittorio Alfieri, a cura di Matteo Pascoletti.
La Vita può essere vista come la storia della vocazione poetica dell'autore: una chiamata alla letteratura che si impone in lui nonostante le avversità pratiche. Avversità che possono essere intense come rovesci di fortuna, eventi esterni che lo distolgono, ma anche come le difficoltà linguistiche e dei mezzi espressivi, dal momento che Alfieri era piemontese e non conosceva l'italiano letterario. Egli rivede gli episodi della sua vita, dall'infanzia all'età adulta, alla luce di questa vocazione.
Alfieri si presenta come uno scrittore affidabile nella narrazione della sua interiorità e negli aspetti più tormentati della sua vita e della sua formazione poetica.
Per esempio, nell'epoca quarta, quando parla della composizione della tragedia Cleopatra, intende la sua vocazione come una segreta voce interiore, che lo spinge a studiare l'italiano letterario. Alfieri insiste in diversi passi sulla sua ignoranza e sugli sforzi e la fatica che fa per superarla. La sincerità delle affermazioni dell'autore è testimoniata dal suo segretario Gaetano Polidori in La magione del terrore.
La Vita può essere vista come la storia della vocazione poetica dell'autore: una chiamata alla letteratura che si impone in lui nonostante le avversità pratiche. Avversità che possono essere intense come rovesci di fortuna, eventi esterni che lo distolgono, ma anche come le difficoltà linguistiche e dei mezzi espressivi, dal momento che Alfieri era piemontese e non conosceva l'italiano letterario. Egli rivede gli episodi della sua vita, dall'infanzia all'età adulta, alla luce di questa vocazione.
Alfieri si presenta come uno scrittore affidabile nella narrazione della sua interiorità e negli aspetti più tormentati della sua vita e della sua formazione poetica.
Per esempio, nell'epoca quarta, quando parla della composizione della tragedia Cleopatra, intende la sua vocazione come una segreta voce interiore, che lo spinge a studiare l'italiano letterario. Alfieri insiste in diversi passi sulla sua ignoranza e sugli sforzi e la fatica che fa per superarla. La sincerità delle affermazioni dell'autore è testimoniata dal suo segretario Gaetano Polidori in La magione del terrore.