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“Ivanhoe” di Walter Scott: riassunto della trama

Introduzione

 

Ivanhoe, romanzo di Sir Walter Scott (1771-1832) pubblicato nel 1820, è riconosciuto come uno dei primi  romanzi storici, ovvero quel genere letterario che ricostruisce un’epoca storica passata mescolando eventi reali e personaggi di finzione e ricostruendo l’atmosfera, le pratiche sociali e le mentalità del tempo. Scott, celebre anche come poeta (Canti giullareschi della frontiera scozzese, 1802-1803; La signora del lago, 1810) e considerato scrittore nazionale scozzese, scrisse molti altri romanzi di ambientazione storica (Waverley, 1814; Rob Roy, 1817; La sposa di Lammermoor, 1819) che fissarono le caratteristiche del genere e sancirono la fortuna del “romanzo storico” in tutta Europa. Anche i Promessi sposi (1840) di Alessandro Manzoni, pur con le dovute differenze, attingono da questo importante modello 1.

 

Riassunto

 

L’azione si svolge in Inghilterra, alla fine del XII secolo. Il Paese si trova in grandi difficoltà: il re normanno Riccardo ­I (1157-1199) - il celebre “Cuor di leone” - di ritorno dalla terza Crociata (1189-1192) è stato preso prigioniero in Austria, grazie anche alle macchinazioni di suo fratello Giovanni, il perfido e avido Giovanni Senzaterra (1166-1216) contro cui combatte Locksley, il noto Robin Hood della nota leggenda. Giovanni si trova a fare da reggente ma spera di ottenere il trono favorendo la fazione normanna e vessando invece quella sassone. Il giovane Ivanhoe, figlio di Cedric di Rotherwood, è un sassone ma il padre lo ha diseredato perché egli ha seguito fedelmente il re normanno Riccardo nella Crociata e perché è innamorato della nobile sassone Rowena. Cedric infatti ha pianificato che Rowena vada in sposa andasse in sposa ad Athelstane, discendente dell’ultimo re sassone, al fine di ravvivare la dinastia e contrastare l’egemonia normanna sull’Inghilterra.

Ivanhoe riesce a tornare in Inghilterra dalla Terrasanta sotto le spoglie del Cavaliere Diseredato, e si reca al castello di Cedric, dove si trovano anche Rowena e il perfido cavaliere templare Brian de Bois-Guilbert, che è stato sconfitto in un duello proprio da Ivanhoe, e che quindi lo detesta. Ivanhoe, diretto come tutti al torneo di Ashby-de-la-Zouche, ha modo di salvare l’ebreo Isaac da un agguato di Bois-Guilbert. Durante i due giorni del torneo, Ivanhoe sconfigge i rivali, tra cui Bois-Guilbert, anche grazie all’intervento provvidenziale di un misterioso Cavaliere Nero, e proclama Rowena regina della torneo. Tuttavia, dopo essere stato ferito, Ivanhoe non può evitare che gli sia tolot l’elmo, e che quindi la sua identità sia svelata. Al banchetto conclusivo, offerto dal principe Giovanni (che nel frattempo è stato informato della liberazione del fratello Riccardo) sale la tensione tra Sassoni e Normanni e in particolare tra Ivanhoe e il padre Cedric, che non accetta ancora la decisione del figlio di schierarsi con un normanno. Nel frattempo Rebecca, la bellissima figlia di Isaac, si prende cura di Ivanhoe e si innamora di lui; Maurice de Bracy, un mercenario consigliere del re Giovanni, organizza un piano con Bois-Guilbert per rapire Rowena e Rebecca, le due donne cui rispettivamente mirano. Nell’imboscata, cadono prigionieri anche Cedric e Athelstane, nonché Isaac. Il servo Gurth e il giullare Wamba, messisi in salvo, raggiungono Locksley e la sua banda di ladri, cui s’aggiungono il monaco Fra Tuck e il Cavaliere Nero.

Locksley e i suoi uomini assediano e conquistano il castello di Torquilstone, liberando prima Cedric e poi Rowena, ma perdendo Athelstane, ucciso da Bois-Guilbert che fugge portando con sé Rebecca. Bois-Guilbert si reca al castello templare di Templestowe, dove l’ebrea Rebecca, considerata una strega, viene condannata a morte. Per salvarsi, la donna deve trovare un paladino cristiano che combatta per lei in duello. Il Cavaliere Nero, che in realtà è re Riccardo, cade in un’imboscata ordita dal fratello Giovanni, che vuole toglierlo di mezzo per tenersi la corona. Il re è salvato dal provvidenziale intervento di Robin Hood, richiamato con un corno da caccia che egli aveva donato proprio al re. Quando arrivano pure Cedric e Ivanhoe, si scopre che Athelstane non è morto e che anzi benedice l’amore di Rowena e Ivanhoe. Cedric, visto che anche re Riccardo lo consiglia in tal senso, perdona il figlio. Quest’ultimo però parte immediatamente per Templestowe, per salvare Rebecca; in un ultimo scontro mortale con Brian de Bois-Guilbert, Ivanhoe ha la meglio quando il rivale, tormentato tra la sua fede cristiana e il suo folle amore per l’ebrea Rebecca, crolla per un infarto.

Nel finale, Ivanhoe e Rowena si sposano, mentre Rebecca e il padre lasciano l’Inghilterra alla volta della Spagna.

 

Walter Scott e il medievalismo inglese

 

Ivanhoe e gli altri romanzi storici di Walter Scott rientrano - ma anche alimentano - in quel fenomeno culturale che va sotto il nome di medievalismo e che, con specifico riguardo alla letteratura, indica la rivisitazione e rappresentazione dell’universo medievale da parte di poeti, romanzieri e drammaturghi. Si tratta di un fenomeno molto vasto che attraversò tutto l’Ottocento e coinvolse letterati di tutta Europa. In Inghilterra, il medievalismo si tinse subito di una forte carica politica perché la borghesia, che era la classe sociale emergente nonché destinatario principale dei romanzi di Scott, individuava nel Medioevo le proprie origini:

la specificità della storia sociale e politica dell’Inghilterra rispetto al resto d’Europa fece sì che il medievalismo romantico inglese si evolvesse come fenomeno conservatore, teso a sottolineare la maggiore continuità della storia politica dell’Inghilterra rispetto a Francia e Germania e l’origine medievale delle sue più importanti istituzioni 2

Già nella seconda metà del XIX secolo a questa interpretazione politica del Medioevo se ne affiancherà un’altra, di tipo estetico: il Medioevo come luogo della purezza originaria, prima della “corruzione” moderna. E sarà proprio l’Inghilterra il luogo di nascita del movimento dei pre-raffaelliti, cioè di quegli artisti che si ispiravano a una pittura precedente a quella di Raffaello, inteso come spartiacque tra un Medioevo felice e un Rinascimento da rifiutare.

 

Bibliografia:

 

Oltre ai lavori citati in nota, si veda:

G. Manganelli, “L’Antiquario” di Scott, in W. Scott, L’Antiquario, Milano, Garzanti, 2004.
M. Moretti, Introduzione in W. Scott, Ivanhoe, Roma, Newton Compton, 2012, pp. 5-15.
C. Pietropoli, Il Medioevo nel romanzo storico europeo, in Lo spazio letterario del Medioevo. 2. Il Medioevo volgare. Vol. IV. L'attualizzazione del testo, dir. P. Boitani, M. Mancini, A. Vàrvaro, Roma, Salerno Editrice, 2004, pp. 39-65.
M. Praz, Storia della letteratura inglese, Firenze: Sansoni, 1979, pp. 455-460.

1 Nonostante le riflessioni di Alessandro Manzoni sui rapporti tra verità e finzione letteraria mettano in crisi il concetto stesso di romanzo storico, è  interessante confrontare l’incipit del primo capitolo dei Promessi Sposi (“Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno tra due catene non interrotte di monti…”) con quello di Ivanhoe (“In quel bel distretto della lieta Inghilterra che è bagnato dal Don, si estendeva negli antichi tempi una vasta foresta che copriva…”).

2 C. Pietropoli, I paradossi del medievalismo romantico: le ragioni di un fraintendimento in La Questione Romantica: Romanticismo/Medievalismo, n. 7-8 (1999). Online: http://www3.lingue.unibo.it/romanticismo/?p=180