Il termine regno associato alla biologia e in particolar modo alla classificazione dei viventi indica il secondo insieme più grande, o meglio gruppo tassonomico, esistente, dopo il dominio.
Fra i vari regni noi uomini apparteniamo al regno animale (Animalia), caratterizzato da eucarioti che necessitano di ingerire cibo in quanto eterotrofi (al contrario del regno vegetale, autotrofo grazie alla fotosintesi).
Il regno animale presenta al suo interno una popolazione con caratteristiche e storie evolutive profondamente diversificate; è necessario dunque introdurre criteri di classificazione che identifichino sottoinsiemi del regno, o raggruppamenti immediatamente successivi, chiamati phyla (phylum al singolare), e provare a descrivere come questi siano correlati fra loro.
Un criterio molto utilizzato in passato si basava principalmente sulla struttura corporea degli animali. Questo ha permesso di suddividere il regno in vari sottoinsiemi.
L’analisi di come sono organizzati i tessuti di un organismo è un altro criterio di una rilevanza evolutiva importante da considerare, in quanto la specializzazione delle cellule ha permesso agli organismi di sviluppare funzioni e adattamenti che hanno rappresentato, spesso, un grande vantaggio evolutivo. Proprio per la mancanza di tessuti, ad esempio, le spugne (phylum dei Poriferi) sono considerate tra gli animali più primitivi.
Un’altra caratteristica da considerare è il tipo di simmetria che ha un organismo. Questa viene identificata immaginando uno o più piani di simmetria che attraversano il corpo dell’animale. Nel caso della simmetria radiale, l’animale presenta infiniti piani di simmetria, e non saremmo in grado di distinguerne i lati. Le meduse e le anemoni di mare possiedono questa caratteristica, tipica del phylum appunto dei Celenterati o Cnidari. In alcuni casi la simmetria radiale è tipica soltanto di alcune fasi della vita di un organismo, come nel caso delle stelle marine o dei ricci di mare: gli appartenenti a questo phylum, gli Echinodermi, da adulti possiedono infiniti piani di simmetria, mentre nelle fasi embrionali hanno una simmetria bilaterale.
La simmetria bilaterale è tipica di organismi il cui piano da noi immaginato li divide in due parti speculari, separati quindi da un asse di simmetria (anch'esso immaginario) che li “taglia” a metà. A causa di ciò è possibile individuare una superficie ventrale (verso il basso) e dorsale (verso l’alto), e in aggiunta, delle superfici laterali. Grazie a questa caratteristica, inoltre, possiamo identificare due estremità, una posteriore (caudale) e una anteriore (cefalica), nella quale sono generalmente posizionati gli organi di senso e le grandi strutture neurali (es. il cervello).
Anche le modalità dello sviluppo embrionale vengono considerate criterio di classificazione: la fessura che si forma durante l’accrescimento del tratto digerente nell’organismo maturo costituirà l'ano, nel caso dei deuterostomi, o la bocca, nel caso dei protostomi.
Al primo gruppo appartengono i phyla dei già citati Echinodermi, oltre ai Cordati (di cui facciamo parte), mentre al secondo gruppo i phyla Platelminti, Molluschi, Anellidi, Artropodi e Nematodi.
Questi sono solo alcuni dei criteri di classificazione dei phyla, in particolare dei phyla animali, che permettono di raffigurare una sorta di “albero evolutivo" degli organismi, chiamato albero filogenetico. Al suo interno siamo in grado di posizionare vicino tra loro gli organismi che hanno una storia evolutiva simile o in comune per alcuni tratti, in modo da visualizzare come i loro antenati (ancestori) si siano differenziati nei diversi raggruppamenti durante il corso dell’evoluzione.
La costruzione moderna dell’albero filogenetico non si avvale soltanto di considerazioni di tipo fisiologico o morfologico, come quelle sopra descritte, ma anche di studi di tipo molecolare, come per esempio il paragone fra i diversi corredi genomici.
Studiare il DNA, capire come avvengono le mutazioni casuali nel tempo che hanno permesso lo sviluppo di diversissime forme di vita, ci ha permesso in qualche modo di “leggere” a ritroso il corso degli eventi, ricostruendo così la storia evolutiva degli organismi (almeno quelli studiati).
Mediante il sequenziamento del genoma, infatti, è possibile confrontare il DNA di due esseri viventi e osservare quanto questi siano "simili": maggiore è questa somiglianza, maggiore sarà la “parentela” evolutiva.
Grazie a questi studi, gli alberi filogenetici sono anch’essi in continua evoluzione, in quanto nuove informazioni vengono aggiunte e arricchiscono la conoscenza degli organismi. Questo rappresenta un metodo efficace, seppur ancora in divenire, per classificare le specie viventi, comprendendo anche organismi estinti, per i quali alcuni dei criteri, ad esempio quelli fisiologici o morfologici, non sarebbero altresì verificabili.