Coscienza di Zeno
Il romanzo e tutta la vicenda gira intorno alla parola " Coscienza " ma personalmente non riesco a capirne totalmente il significato: Coscienza di che cosa? Prendere coscienza di che cosa?
il 06 Maggio 2016, da Simone Russo
Esattamente, si tratta di un lungo processo di presa di coscienza. Tuttavia gli sforzi di Zeno e le sue riflessioni seguono molto spesso una direzione sbagliata. Quindi, pur pensando di muoversi in funzione di determinate finalità, Zeno ottiene effetti opposti finendo con il rendere ancora più complicate le sue relazioni esterne e ancora più radicati i propri blocchi interiori.
Nonostante possa sembrare che il nostro carissimo Svevo si diverta a rinnegare la fondatezza e la convinzione di e in ciò che scrive, generando confusione e disorientamento nel lettore ( come può fare l'esistenza, quando ci appare insensata e contraddittoria ), tuttavia si può cogliere la consapevolezza finale ( ossia la "coscienza" ) di Zeno, che coincide con la sua guarigione stessa. Guarigione che consiste essenzialmente nell'accettazione della malattia, nell'accettazione che la vita è malattia, governata dalla darwiniana legge di selezione naturale, del più forte sul più debole, dove il più forte è diventato il più furbo, ossia colui che non pone limiti e scrupoli al proprio utile. ( Zeno, sul finale, si riprende lucrando sulla guerra ). Nel romanzo, in generale, la coscienza assume accezioni differenti, a seconda dei livelli in cui l'autore opera; ossia può significare: sul piano psicologico/psicanalitico, il flusso di coscienza; sul piano fisico, l'essere coscienti, recettivi; sul piano "morale", la voce della coscienza; sul piano conoscitivo/gnoseologico, la consapevolezza e la comprensione ... E quanto non esaurisce tutte le sfumature. Credendo di aver risposto adeguatamente, porgo saluti, Apollonio Rodio.
Ciao Simone, in questo caso si intende "coscienza" nel senso psicoanalitico del termine. La coscienza è la "consapevolezza" della mente, il suo essere presente a se stessa. Per fare un esempio semplificato: tu hai consapevolezza di te stesso, del mondo che ti circonda e del tuo rapporto con il mondo. Dunque nell'analisi psicoanalitica (che è l'elemento alla base del romanzo, infatti Zeno scrive la sua storia proprio in funzione dell'analisi a cui si è sottoposto) l'individuo effettua una riflessione sui propri sentimenti e sulle proprie sensazioni fisiche per giungere a una piena consapevolezza delle proprie azioni. La coscienza di Zeno, dunque, risulta l'analisi psicologica della coscienza del protagonista: quindi delle cause che stanno alla base delle sue azioni e dei suoi rapporti col mondo. Spero di averti chiarito le idee, ciao!
Ah ok, ho capito! Quindi tutti questi ragionamenti che lui compie ponderando le sue azioni, riflettendo su cosa fare tutto finalizzato a uscire da questa sua condizione di "inetto" è perché lui è consapevole della sua inettitudine e vuole uscirne? - Simone Russo 06 Maggio 2016
Dalla tua risposta, si potrebbe erroneamente intendere che Zeno, e dunque l'autore, abbia massima stima della psicoanalisi. Così non è, sebbene, come tu notavi, è un elemento fondamentale nel romanzo, soprattutto nell'atteggiamento critico/ironico/ambiguo del personaggio nei suoi confronti. Cari saluti, Apollonio Rodio. - Apollonio Rodio 06 Maggio 2016
Ciao Apollonio, nessuno ha parlato di stima, stavo spiegando che La coscienza di Zeno, nella finzione narrativa, è presentata come l'insieme delle memorie scritte dal protagonista in funzione di un'analisi. - Matilde Quarti 06 Maggio 2016
Non mi sembra che le memorie del protagonista siano presentate in funzione di un'analisi; quando si parla di un'analisi si intende, solitamente, un percorso preciso e rigoroso; invece le memorie dell'autore seguono un libero flusso di coscienza e una libera associazione di immagini, ricordi ... io parlerei, piuttosto, di una psicoanalisi senza psicanalista ... Comunque, grazie per l'interessamento dimostrato. Buona serata. - Apollonio Rodio 06 Maggio 2016
Ciao Apollonio, preciso solo per non confondere Simone: ho scritto "in funzione di un'analisi" perché le memorie sono scritte da Zeno su sollecitazione del suo terapista, che ritiene che ripercorrere la propria vita attraverso un diario possa essere utile al suo paziente parallelamente all'analisi psicoanalitica a cui, successivamente, Zeno si sottrae. Ciao! - Matilde Quarti 09 Maggio 2016