ritorno a casa di Mattia Pascal

Salve! Mattia quando torna a casa a Miragno soggiorna da sua zia Scolastica oppure rimane per sempre in biblioteca? Grazie!


il 28 Settembre 2014, da Irene Mantica

luca ghirimoldi il 30 Settembre 2014 ha risposto:

Ciao Irene, grazie per la domanda! L’ultimo capitolo in effetti è molto importante per comprendere a ritroso tutto il percorso identitario del protagonista. Mattia-Adriano a Oneglia ha appena appreso dal fratello Berto che Romilda è convolata a nozze con l’amico Pomino. Egli potrebbe annullare il matrimonio in accordo con la legge (del resto, Mattia non è mai “morto” davvero...) e si torna dunque, dopo circa due anni, nel paesino di Miragno. Eppure, quella che potrebbe essere una scena melodrammatica (il marito legittimo che reclama i propri diritti di fronte all’usurpatore) si chiude invece in maniera “umoristica”, nel senso pirandelliano del termine. Mattia, che viene guardato da tutti come un morto vivente, vede tra le braccia della donna una piccola bimba, figlia di Pomino e Romilda. Da qui deriva il senso di estraneità dal mondo che lo convince a ritirarsi presso zia Scolastica (rinunciando ai propri diritti di coniuge) e a vivere nella biblioteca del paese, simbolo della sua identità scissa ed incompleta. La conclusione insomma è “umoristica” proprio perché unisce all’elemento comico (un personaggio vivo che è creduto morto e che porta i fiori sulla propria tomba) si unisce una sfumatura drammatica: Mattia Pascal prende definitiva coscienza della propria esclusione della vita delle persone “normali” (simbolicamente, è Pomino che diventa padre, non lui) e della propria condizione - per usare le sue parole - di “forestiere della vita”. La sua autodefinizione (“Io sono il fu Mattia Pascal”) è quindi un’amara riflessione sull’esistenza, che può estendersi a tutta la poetica pirandelliana. Un saluto, e buona giornata! :)


Grazie mille per l'approfondita risposta Luca!! :) - Irene Mantica 30 Settembre 2014