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Il “Diario di Anna Frank”: riassunto e commento

Introduzione e contesto storico

 

Anna Frank (1929-1944) scrive il suo famoso Diario dal 12 giugno 1942 al 1 agosto 1944, offrendo così ai posteri una lucida e toccante testimonianza della vita in clandestinità di una famiglia ebrea durante la Seconda guerra mondiale e della tragedia della Shoah nei campi di sterminio nazisti.

 

Anna comincia il suo diario quando è ancora una ragazzina libera; la famiglia, tedesca di origine, si è trasferita in Olanda dopo la salita al potere del nazismo in Germania nel 1933. Quando Adolf Hitler assume la carica di Führer (in tedesco, “capo, guida”) e dà il via alla persecuzione razziale contro gli ebrei, Otto Frank, padre di Anna, trasferisce la moglie, la figlia maggiore Margot e Anna ad Amsterdam, dove intraprende una redditizia attività commerciale. Quando l’esercito nazista invade e occupa l’Olanda 1, la famiglia Frank è costretta a rifugiarsi in un “alloggio segreto” (in olandese, Het Achterhuis, il “retrocasa”, che è anche il titolo originale dell’opera). Anna, che ha ricevuto il quaderno che diventerà il Diario per il suo tredicesimo compleanno, annota i fatti della sua vita e degli altri occupanti dell’Achterhuis fino a quando la Gestapo, alleratata da una denuncia anonima il 4 agosto del 1944, fa irruzione nell’abitazione nel centro di Amsterdam e arresta tutti e otto gli ebrei presenti. Separata dalla famiglia e trasferita prima al campo di Westerbork e poi ad Auschwitz e a Bergen-Belsen, Anna muore di tifo nel marzo del 1945, tre settimane prima dell’arrivo dell’esercito inglese. La casa in cui era rifugiata Anna è attualmente un museo.

Solo Otto Frank sopravviverà ai lager, tornando in Olanda dopo la liberazione di Auschwitz. Ricevuto il Diario della figlia da alcuni amici che lo avevano in custodia, Otto Frank ne rivede alcune parti e lo pubblica nel 1947 2. Il Diario è diventato - soprattutto dopo la traduzione in inglese - un long seller, cioè un libro che ha prolungato il suo successo commerciale nel corso di molti anni, nonché una delle testimonianze più importanti dei crimini del nazismo, al pari di opere come Se questo è un uomo di Primo Levi.

 

Riassunto

 

Le prime pagine, dal 12 luglio all’8 luglio, sono il resoconto della difficile vita quotidiana di una ragazzina di famiglia benestante che cerca di mantenere una vita normale, fatta di studio e amicizie, nonostante le restrizioni che la guerra e la persecuzione nazista le impongono. Dall’8 luglio comincia il racconto dei due anni di clandestinità in un alloggio segreto, sopra la fabbrica di suo padre, la cui esistenza è conosciuta solo da pochi amici che portano ai rifugiati provviste e notizie dall’esterno. La famiglia Frank è composta da Anna, dal padre Otto, dalla madre Edith e dalla sorella Margot, che nel 1942 ha sedici anni. A loro si uniscono Hermann Val Pels (il cognome della famiglia sarà cambiato nel testo in Van Daan), socio di Otto, sua moglie Auguste, che nel testo viene chiamata Petronella, e il figlio Peter, anche lui di sedici anni. Un ultimo inquilino, Fritz Pfeffer (Albert Dussel nel libro), chiude il gruppo di clandestini. Dall’esterno, aiuteranno i clandestini alcuni cittadini “liberi” come Miep Gies, segretaria di Otto Frank, e Johannes Kleiman.L’alloggio è mimetizzato da una libreria mobile che ne nasconde l’entrata e si compone di più stanze, permettendo così la convivenza di due famiglie e garantendo momenti di parziale intimità a ragazzi e adulti. Anna così descrive le speranza e le inquietudini dei componenti dell’Achterhuis: si va dalle notti trascorse ad ascoltare Radio Orange per avere notizie sulla guerra e nel timore di venire scoperti e denunciati alle autorità fino alle tensioni che si instaurano tra gli abitanti del rifugio. Emergono così le difficoltà quotidiane della convivenza, cui la ragazzina non aveva mai pensato, come per i turni per il bagno omi rapporti con la propria famiglia e gli altri. Se dei coniugi Van Pels Anna già non ha un’ottima opinione, di mese in mese Anna infatti avverte una maggiore lontananza dal padre e diventa assai critica nei confronti della madre, dipinta come una donna distante e complicata. Margot è il personaggio che sembra subire più la prigionia, dato che si chiude in sé stessa, non parla mai, e sono rari i momenti in cui riesce ad aprirsi con la sorella 3. L’unico tra gli abitanti della casa con cui Anna riesce a stabilire un legame è Peter, il figlio dei Van Pels, nei cui confronti Anna comincia a provare un sentimento amoroso, che sarà da lui ricambiato. Unici svaghi per Anna, che sogna di diventare scrittrice, sono la lettura e lo studio delle materie umanistiche, con cui inganna la noia della reclusione forzata.

 

Commento

 

Anna Frank comincia la stesura del suo diario con l’inconsapevolezza di una ragazzina che si appresta a raccontare la sua vita in pagine che sono destinate solo a lei stessa. Decide quindi di dedicare le sue lettere a un’amica immaginaria di nome Kitty e a lei racconta gli anedotti quotidiani e le riflessioni di un’adolescente che cerca di mantenere una parvenza di normalità nonostante le grandi difficoltà del periodo storico in cui vive. Abbiamo così la testimonianza di una vita sdoppiata, divisa in due facce della stessa medaglia: da un lato ci sono i turbamenti e i divertimenti della prima giovinezza, i flirt, lo studio, i pomeriggi con gli amici; dall’altro i condizionamenti e i divieti imposti dal regime nazista e la costante minaccia di essere arrestati o deportati per il solo fatto di essere di origine ebraica.

Proprio per questo, nel corso dei due anni di clandestinità la sua voce cambia. Il diario di Anna diventa quindi prima l’unico amico su cui sfogare le paure e le frustrazioni di una così lunga segregazione, e poi si trasforma in un consapevole progetto editoriale, che ha come obiettivo la pubblicazione di un libro “vero”. Questo punto è molto importante: Anna, che nel 1944 ha ormai quindici anni, è abituata a trascorrere le sue serate ascoltando con gli altri abitanti dell’alloggio le comunicazioni delle radio clandestine. Da Radio Orange apprende che il ministro dell’educazione olandese, vuole pubblicare a guerra terminata le testimonianze del suo popolo su un periodo così cupo e difficile. Così Anna decide di sistemare le pagine fino ad allora scritte di getto per dargli la forma di un vero e proprio libro. Si impegna così in una seconda stesura, nella quale cambia i nomi dei personaggi (nonché il suo stesso), modifica alcune parti e ne elimina altre che non sarebbero interessanti per un potenziale lettore esterno. Quando gli abitanti dell’alloggio vengono arrestati, i loro pochi averi sono portati via e nascosti da quegli amici che fino ad allora li hanno aiutati. Così una volta finita l’occupazione nazista, Otto Frank, unico superstite della famiglia, mette mano ai diari di Anna restando fedele all’idea di testo delineata dalla figlia e integrando il diario originale con la seconda stesura che stava portando a compimento. Otto, inoltre, elimina quelle parti in cui si toccavano argomenti poco adatti al pubblico olandese, dalle questioni relative al sesso ai conflitti sotterranei con la madre e gli altri abitanti dell’alloggio, che Anna aveva raccontato senza censure. L’ultima redazione, che è quella che possiamo leggere noi oggi ed è stata messa a punto dalla Fondazione Anne Frank dopo la morte di Otto, presenta delle integrazionirispetto alla prima pubblicazione per permetterci di avere uno sguardo più ampio e completo sulla vicenda.

Grazie al Diario di Anna Frank ci viene quindi offerta l’impagabile testimonianza storica della condizione degli ebrei perseguitati dal nazismo, ma anche la storia di una giovane adolescente nel corso della sua formazione e del suo ingresso nella vita. La personalità della protagonista è, nonostante la sua giovane età, già formata e ben delineata: Anna racconta quello che vede e quello che vive, dalla corsa sotto la pioggia verso l’alloggio segreto al divieto di avvicinarsi alle finestre per ben due anni consecutivi, alle piccole meschinità e alle grandi fragilitàche la clandestinità genera negli uomini che la vivono.

1 L’Olanda era neutrale ma viene occupata da Hitler per aggirare le difese francesi e puntare direttamente ad occupare Parigi. La politica razziale della Germania nazista, che poi culmina nel progetto della “soluzione finale” nei confronti degli ebrei, porta nella sola Olanda a circa 105.000 deportazioni di cittadini ebrei deportati. A fine della guerra le vittime dell’Olocausto saranno circa 6 milioni.

2 In realtà già Anna aveva cominciato a revisionare alcune parti del suo testo pensando ad una futura pubblicazione.

3 Anche Margot tiene un diario sulla prigionia, poi andato perduto.