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Primo Levi: biografia

Considerazioni sulla vita di Primo Levi, chimico e "scrittore della domenica", a cura di Marco Belpoliti.
 
"Ero stato catturato dalla Milizia fascista il 13 dicembre 1943": così si apre il capitolo Il viaggio di Se questo è un uomo, in cui l'autore racconta la sua deportazione ad Auschwitz. Dopo l’8 settembre del 1943, giorno in cui l’Italia chiede l’armistizio agli alleati, Levi si unisce ad una banda di partigiani; quando una spia fascista li fa catturare egli, per evitare la fucilazione immediata, preferisce dichiararsi ebreo e viene così portato a Fossoli da cui, in seguito, sarà inviato ad Auschwitz. Primo Levi si definisce uno "scrittore non-scrittore" ed elabora tutti i suoi libri nei momenti di riposo dal suo lavoro principale, che è quello di chimico. La chimica si configura, per lui, anche come un modo di analizzare e di pensare, elemento questo che caratterizza la sua attività letteraria e ritorna in molti dei suoi testi, a partire da Se questo è un uomo (vi dedica un intero capitolo, raccontando come essa gli consentì di sopravvivere all'interno del campo).
 
Marco Belpoliti, scrittore e critico letterario, ha curato l'edizione critica delle Opere di Primo Levi uscite presso Einaudi (1997), e successivamente, dello stesso autore, una serie di volumi: Conversazioni e interviste 1963-1987; L'ultimo Natale di guerra (racconti sparsi e ritrovati); L'asimmetria e la vita 1955-1987 (raccolta di articoli comparsi su giornali e riviste); Tutti i racconti (2005). Nel 1998 ha pubblicato un volume dedicato a Primo Levi presso l'editore Bruno Mondadori.