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"Se questo è un uomo" di Primo Levi: riassunto e commento

Introduzione alla lettura di Se questo è un uomo di Primo Levi, a cura di Marco Belpoliti. Analisi del testo, dello stile e dei temi presenti.
 
Scritto dopo il suo ritorno dal lager nel 1945, il romanzo narra l'esperienza di Levi nel campo di lavoro di Monowitz, dove egli si era salvato svolgendo il mestiere di chimico presso la vicina fabbrica di Buna. L'opera non è un testo letterario in senso stretto: essa rappresenta, al contempo, un documento testimoniale, antropologico, etnografico ed una sorta di analisi delle condizioni dell'"animale uomo" nel campo; come l'autore stesso spiega nel capitolo IX, I sommersi e i salvati, quello attuato dai nazisti fu un esperimento biologico-sociale. La struttura narrativa non si sviluppa in modo cronologico, ma come una sequenza di vicende, suddivise per argomento (l'ambulatorio del campo, le selezioni, i vari momenti della giornata) ed è costruita per brevi capitoli, ognuno dei quali accoglie storie e considerazioni. L'attuale versione dell'opera differisce da quella originaria (pubblicata nel 1947 dall'editore torinese De Silva) per l'aggiunta di una trentina di pagine, a causa di un primo rifiuto da parte dell'Einaudi. Elemento caratterizzante del libro è la lingua, innervata dello stile di Dante e Manzoni, che rende Levi un classico della letteratura italiana; significativa, a questo proposito, è la scelta di aprire il romanzo con la parola "fortuna", uno dei fondamenti della tradizione letteraria del nostro Paese.
 
Marco Belpoliti, scrittore e critico letterario, ha curato l'edizione critica delle Opere di Primo Levi uscite presso Einaudi (1997), e successivamente, dello stesso autore, una serie di volumi: Conversazioni e interviste 1963-1987L'ultimo Natale di guerra (racconti sparsi e ritrovati); L'asimmetria e la vita 1955-1987 (raccolta di articoli comparsi su giornali e riviste); Tutti i racconti (2005). Nel 1998 ha pubblicato un volume dedicato a Primo Levi presso l'editore Bruno Mondadori.