Dalla battaglia di Stalingrado allo sbarco in Sicilia

È alle porte di Stalingrado che si arresta l’avanzata nazista durante l’Operazione Barbarossa; ed è su questo scenario - oltre che su quelli di El Alamein e dello sbarco alleato in Italia - che le sorti del secondo conflitto mondiale cambiano di segno. Le mire naziste sul petrolio del Caucaso e il desiderio di tagliare le vie di comunicazione britanniche nel sud-est europeo sono alla base della campagna hitleriana contro l’URSS: le forze dell’Asse puntano così a Stalingrado, la “porta sul Caucaso”, dando vita ad un lunghissimo assedio urbano fino alla sconfitta finale della VI Armata di Von Paulus (e la conseguente, tragica ritirata dell’esercito italiano...) ad opera dell’Armata Rossa.
 
In Africa, la guerra diventa ben presto un conflitto di “logoramento” tra l’espansionismo coloniale mussoliniano, i desideri egemonici di Hitler e la tradizionale presenza inglese e francese nel settore. Le sconfitte italiane (dopo la drammatica campagna di Grecia) e i problemi nei rifornimenti portano alla crisi dell’Asse, e alla sconfitta del generale Rommel contro il maresciallo Montgomery ad El Alamein (ottobre-novembre 1942). Definito nella conferenza di Casablanca (14-23 gennaio 1943), lo sbarco alleato in Sicilia (10 luglio 1943) è il punto di svolta: l’apertura del nuovo fronte e l’agonia del regime fascista (25 luglio 1943) sono le premesse per la fine del conflitto.