Le opere in volgare di Dante Alighieri sono sia in versi che in prosa. Tra le prime vi sono due poemetti in versi ispirati al Roman de la rose: il Detto d’amore e il Fiore che, tuttavia, sono di attribuzione incerta poiché sono giunte fino a noi in un manoscritto anonimo. Le sue celebri Rime, invece, vengono composte tra il 1283 e il 1293 e affrontano principalmente temi amorosi; fatta eccezione per quelle che trovano posto nella Vita Nova, le Rime non vengono raccolte da Dante in volume. Alla Vita Nova, Dante lavora tra il 1929 e il 1293, poco dopo la morte di Beatrice: si tratta di un prosimetro che prevede 31 liriche interconnesse da 42 capitoli in prosa. Degli anni ’90 del 1200 sono le rime dottrinali, sempre a tematica amorosa, ma supportata da una solida base filosofica, e le rime petrose, dedicate alla Donna Petra, un’amata crudele e inafferrabile. Ai primi anni dell’esilio appartengono invece le rime d’intonazione morale.
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Dante Alighieri: le opere in volgare
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