All’interno delle Rime dantesche, la serie delle cosiddette ‘petrose’ merita sicuramente una trattazione specifica. Fanno infatti parte di questo microcosmo della poesia dantesca quattro testi, nettamente distinti dagli altri: la sestina Al poco giorno e al gran cerchio d’ombra, la canzone Io son venuto al punto de la rota, la sestina doppia Amor tu vedi ben che questa donna e la canzone (emblematica delle ‘petrose’) Così nel mio parlar voglio esser aspro.
Se, sulla base di riscontri astrologici ricavati dall’incipit di Al poco giorno, sembra di poter identificare il periodo di composizione di questi testi tra il 1296 e il 1297, va comunque detto che le ‘petrose’ costituiscono - sotto tutti i punti di vista: contenutistico, stilistico e filosofico - un caso a parte delle Rime.
Innanzitutto, il tema amoroso è capovolto rispetto ai modi e ai toni del poeta stilnovista: se là la donna amata è "gentile", qui il nome-oggetto con cui la si invoca è significativamente quello di “petra”, metafora assai esplicita dell’insensibilità e quasi del disprezzo provato nei confronti del poeta dalla donna (che ovviamente è, anche biograficamente, del tutto distinta da Beatrice). Non si è certi se dietro questo nome si celi una figura reale o una personificazione allegorica della Filosofia; è tuttavia sicuro che Dante, ispirandosi al ‘trobar clus’ di Arnaut Daniel (e cioè ad una poesia ardua e difficile, alla maniera del poeta provenzale incontrato dallo stesso Dante nel canto XXVI del Purgatorio), sviluppa molto l’aspetto formale dei quattro testi. Oltre a forme metricamente ricercate (soprattutto la sestina), colpisce la presenza insistita di suoni aspri e duri (), che devono restituire sulla pagina un legame amoroso complesso, e fortemente caratterizzato da eros e sensualità.
In tal senso, le rime ‘petrose’ potrebbero essere intese come un laboratorio di sperimentazione poetica, di cui il poeta si ricorderà quando, nel canto XXXII, dovrà descrivere i dannati del Cocito nel nono cerchio dell’Inferno.
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Le "rime petrose" di Dante: analisi e commento
Introduzione
Lo sperimentalismo dantesco
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